In questi giorni, come tanti, ho seguito il progetto europeo noto come "ExoMars" ed in particolare del lander chiamato "Schiaparelli". Si tratta di un progetto scientifico che guarda a Marte, il quarto pianeta del Sistema solare in ordine di distanza dal Sole e l'ultimo dei pianeti di tipo terrestre dopo Mercurio, Venere e la Terra.
Viene chiamato il "Pianeta rosso" a causa del suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono e nel passato si è pensato che potesse essere abitato dai marziani, diventati almeno per la mia generazione sinonimo di quelli che oggi chiamiamo alieni.
Ricordo che in parte questo fu dovuto all'errata lettura di alcune scoperte dell'astronomo piemontese Giovanni Schiaparelli (da cui il nome del mezzo mobile), riassunte in tre pubblicazioni: "Il pianeta Marte" (1893), "La vita sul pianeta Marte"(1895) e "Il pianeta Marte" del 1909.
Durante la grande opposizione del 1877, Schiaparelli osservò sulla superficie del pianeta una fitta rete di strutture lineari che chiamò "canali". I canali di Marte divennero ben presto famosi, dando origine a una ridda di ipotesi fantascientifiche, che esulavano dalle rivelazioni scientifiche.