Alexis, sei anni a Dicembre, mi apostrofa dal suo seggiolino nei sedili posteriori della macchina: «Papà, ma perché esistono le armi?». Se c'è qualcosa di spiazzante nei bambini, nell'età dei quesiti infiniti, è che ti senti come un concorrente di "Rischiatutto" che non conosce la risposta esatta e comincia a traccheggiare.
Cosa dirgli? Bofonchio, argomento, cerco di spiegarmi lungo la strada, parlando - ma mi trovo inascoltabile - di un'umanità che ha anche lati oscuri e del fatto che ci sono - e le vediamo attorno a noi - persone cattive. Lui, imperterrito: «Ma uccidono anche i bambini?».
Vorrei dirgli la verità, tutta la verità nient'altro che la verità. Certo che si uccidono anche i bambini, ma non trovo le parole giuste per farlo, illudendomi di lasciargli ancora un pezzo di quella ingenuità che lo fa sorridere al mondo con infinito candore, anche quando gioca alla guerra, impugnando la sua spada laser.