Ai miei tempi - ma è una drammatica storia di capelli ormai grigi - le mense scolastiche non c'erano. La prima in cui mi sono seduto era ad Aosta, vicina alle allora Magistrali, ai tempi del Ginnasio, e dunque ero abbastanza grandicello da coglierne solo gli aspetti divertenti di socializzazione e non della qualità del cibo, che mi pare in verità non fosse male, però la cosa mi importava poco: si trattava di nutrirsi. Ma, grazie ai miei figli, ho avuto dimestichezza con questa istituzione in parte con la possibilità di fruire di cuoche interne (figure mitiche per i bimbi) che sfornavano i pasti e in parte con mense in appalto che portavano i cibi per la refezione. Situazione quest'ultima certo più tristanzuola, ma si capisce anche che la logica di appalti grandi riduce i costi, anche se sulla qualità è giusto battagliare sempre, pur trovando un pelino ridicolo porre troppa enfasi sul "chilometri zero", perché altrimenti certi alimenti non li dovresti mai prevedere e non si capisce come si possa reagire alla stagionalità che pesa su una zona di montagna.