August 2016

Riforma costituzionale: i nodi al pettine

Matteo Renzi e Maria Elena BoschiRassegniamoci sul fatto che ormai il ritorno alla quotidianità, dopo le divagazioni estive e la mazzata del terremoto, sarà comprensivo del tema dominante del referendum costituzionale, argomento che da pressante si farà ossessivo, anche perché è ormai evidente che la posta in gioco è per Matteo Renzi la sua presenza a Palazzo Chigi e questo vale anche per il vasto "giglio magico", che in un batter d'occhio ha occupato alcuni gangli vitali della Repubblica nel nome del "Nuovo", ma con metodi vecchi come il cucco e con burattinai portatori di interessi che inquietano persino e sono ben visibili nella legislazione di questi mesi.
Sia chiaro che i cambiamenti sono necessari e chi si arrocca su posizioni conservatrici rischia di essere travolto dagli eventi. Una premessa d'obbligo rispetto al rischio che chi, come me, resta convinto assertore del "no" alla riformaccia Renzi-Boschi della Costituzione, possa essere accusato - con giochino infantile - di scegliere l'immobilismo rispetto al rinnovamento.

In montagna senza sapere dove si è

I due turisti in jeans sul Ghiacciaio, nella foto di Gianluca IppolitoL'ho vista anch'io la coppia di turisti in jeans sul "Ghiacciaio del Gigante" sull'orlo di un crepaccio, segnalati con preoccupazione nel loro avventurarsi su terreno insidioso e potenzialmente mortale dalla guida alpina Gianluca Ippolito di Sarre su "Facebook" e finiti poi ritratti sui giornali nel loro inconsapevole essere diventati un simbolo. E non erano i soli, venerdì scorso, perché ero lì in zona, ad essersi avventurati - direi "fantozzianianamente" - fuori dal perimetro sicuro della parte sommitale dello "Skyway", senza avere con sé l'attrezzatura necessaria e senza avere soprattutto coscienza dei pericoli di quella massa di ghiaccio e neve apparentemente - per chi sia digiuno di montagna - senza insidie nel suo candore.

Una speranza per Amatrice

La pasta 'all'amatriciana'Nessuno, se non qualche romano nelle redazioni, è stato in grado - nell'immediato post terremoto - di associare la pasta all'amatriciana con la località appenninica, Amatrice, per connotarla geograficamente, specie quando non si comprendeva ancora il grado di distruzione e soprattutto il terribile elenco delle vittime (almeno 230 nel paese e nelle sue 69 frazioni che risalgono una montagna che dai mille metri sale fino ad oltre 2.400 metri).
Traggo un pezzo di storia dal sito agrodolce.it, che parla di Roma: «Nell'800, nel rione Ponte (zona di piazza Navona area ponte Sant'Angelo), esisteva un vicolo chiamato "de' Matriciani" (dopo il 1870 "vicolo degli Amatriciani") ed una piazza (oggi "piazza Lancellotti") dove i Grici (Sabini) tenevano mercato, vendendo pane, salumi e formaggi dei monti Sibillini; sostavano poi nei pressi di una locanda chiamata "L'Amatriciano"».

"4k" e "Tor": i due trail basati più sull'odio che sull'amore

Non bisogna mai piangere sul latte versato, ma questo non significa affatto non avere buona memoria. Perché non prendersela troppo è un saggio insegnamento, mentre l'oblio (come la memoria del pesce rosso che dura non più di cinque secondi) è una stupidaggine, perché c'è sempre chi approfitta di riabilitazioni, prescrizioni e amnistie.
Mi riferisco all'ormai ineluttabile raddoppio dei trail valdostani di maggior prestigio: il nuovo di zecca - voluto dal Governo regionale - "4K Alpine endurance Valle d'Aosta", in partenza sabato prossimo da Cogne e l'ormai classico "Tor des Géants" - a gestione privata - che partirà da Courmayeur l'11 settembre.
Una specie di trenino che lascia stupito chi dall'esterno guarda alle beghe valdostane, che naturalmente mangiucchiano ogni volta la credibilità un tempo caratteristica di un rude popolo di montagna. Ma idee e metodi ormai sembrano di diversa latitudine, più da America del Sud che da Occidente pieno.

I terremoti e la Valle d'Aosta

I terremoti in Valle d'Aosta nel 1968Attualmente per i terremoti la Valle d'Aosta è classificata, su una scala come "livello 3", cioè "Zona con pericolosità sismica bassa, che può essere soggetta a scuotimenti modesti" rispetto ad una scala di "4" (le zone appenniniche colpite dal sisma erano "zona 1"). Per altro, quasi sempre, l'epicentro di terremoti avvertiti da noi era situato nelle zone sismiche Oltralpe o verso l'Italia a livello di rischio più elevato, come il Vallese o zone del Piemonte. Questo implica, comunque sia, vigilanza e progetti appositi in Valle per le nuove costruzioni e il mantenimento di un'efficace rete di rilevamento sul territorio, che già esiste.
Mi ha molto affascinato quanto scritto da Ornella Maglione nella pubblicazione regionale, con fondi europei, intitolata: "Tra scosse e sussulti. Storia dei terremoti in Valle d'Aosta".

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