Vorrei dire anzitutto e con franchezza che il tono delle discussioni su unioni civili e tutto il resto, ormai al voto decisivo al Senato, dopo decenni di confronti stucchevoli e di dialoghi senza ascoltarsi, mi ha fatto impressione per la difficoltà di trovare soluzioni di sintesi al posto di combattere guerre di posizione. Addirittura il tema in sé ha finito per essere trasfigurato per ideologismi al calor bianco assai nocivi, e dietro la porta c'è in più evidente un problema di equilibri politici e di un renzismo in perdita di velocità a furia di usare molti forni (cioè alleanze variabili) a proprio vantaggio.
Che sia chiaro che esiste un indubitabile nucleo di diritti civili nel turbinio di un'umanità che non sta mai ferma e cambia con buona pace di chi vorrebbe congelare quanto invece è materia vitale.
Per cominciare, dunque: il matrimonio civile è piena competenza dello Stato moderno, che da noi è, per diritto costituzionale, laico ed è questa una conquista importante a garanzia del cittadino, visto che le Teocrazie generano mostri, ben visibili nel l'estremismo islamico ed in certe storie ben poco edificanti della nostra Chiesa. Per cui allo Stato non devono riguardare i problemi confessionali di ciascuno, se non per garantire la libertà religiosa e l'eguaglianza dei cittadini.