February 2016

Un Ministro contrario alla specialità

Enrico Costa con Matteo Renzi nel giorno della sua nominaNon conosco Enrico Costa (classe 1969), mentre conoscevo bene il papà Raffaele (classe 1936), che aveva fatto della lotta alle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome uno dei suoi cavalli di battaglia. La logica era chiara: abolirle senza "se" e senza "ma" ed il suo refrain piaceva molto come propaganda nella Provincia Granda, dove Costa padre e poi Costa figlio hanno un feudo elettorale costruito con pazienza cuneese.
Con il papà non sono mancate polemiche a distanza, quando ci picchiava in testa con la solita solfa dei «ricchi e privilegiati» da stroncare. Così utilizzai una definizione su di lui del mio amico sudtirolese Luis Durnwalder, quando Costa divenne, come il figlio oggi (nomina arrivata dopo un vuoto di un anno in seguito alle dimissioni di Maria Carmela Lanzetta), ministro delle Regioni.

Il fumo fra proibizionismo e educazione

Sono passati ormai più di dieci anni dalle norme che vietarono di fumare nei locali pubblici e sembra passato un secolo. Capita con gli amici di evocare quegli anni in cui nei bar e nei ristoranti, ma io ricordo anche i comizi politici in sale piene di fumo, ti capitava di avere persone vicino che ti ammorbavano con la loro dose di nicotina e affini. Tutti eravamo convinti che l'applicazione della legge sul divieto di fumo sarebbe stata un buco nell'acqua ed invece restammo stupiti di come regole così cogenti fossero state facilmente metabolizzate, senza proteste e con una disciplina degna di un Paese scandinavo.
Da domani si cambia ulteriormente marcia, in applicazione di una direttiva comunitaria, con una serie di regolette.

Renzi e il Manifesto di Ventotene

Matteo Renzi a VentoteneLa notizia è nota e dimostra l'incredibile attivismo del Premier Matteo Renzi, che ha un'agenda di spostamenti che fa impressione e che spazia, in un modo multiforme, da un settore all'altro della società italiana, spesso anche con palesi contraddizioni e cambi di rotta, di cui buona parte dell'elettorato sembra almeno per ora non accorgersi.
Nei giorni scorsi, Renzi, insieme al ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, ha visitato l'isola di Ventotene dove, al confino perché non in linea con il fascismo, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni ed Ursula Hirschmann (che fu moglie prima di Colorni e poi di Spinelli) scrissero a più mani nel 1941 il celebre manifesto "Per un'Europa libera e unita", poi conosciuto appunto come "Manifesto di Ventotene".

Né giocondo né Topolino

Topolino in 'Fantasia'Tocca ogni tanto tornare sulla politica valdostana, anche se scriverne in certi momenti non è proprio facile. Ma bisogna farlo per senso del dovere: da sempre prèdico (spesso con il dubbio di essere "vox clamantis in deserto" e cioè "voce di colui che grida nel deserto") la necessità di una cittadinanza consapevole e partecipativa e questo vuol dire mantenere sempre una luce accesa sulla politica - qualunque cosa si faccia - per evitare quei lati oscuri non visibili che nuocciono.
L’espressione è ben nota e suona così: "aver scritto giocondo in fronte". L'origine è dalla parlata popolare toscana, nella quale la parola "giocondo" non è affatto - come si potrebbe credere - un nome di battesimo (Giocondo), ma è invece l'equivalente di "balordo", "sciocco", messo in rapporto alla fronte per indicare che una persona porta scritto in viso di non essere molto intelligente o furba.

Heidi non invecchia mai

Heidi nel nuovo film di Alain GsponerCi sono nella vita di ogni generazione dei ritorni, cioè fenomeni che hanno investito già chi ci ha preceduti che tornano nella tua e torneranno ancora in futuro. Uno dei fenomeni sempreverdi è rappresentato da Heidi e ne parlo perché in Italia uscirà tra un mesetto un nuovo film di Alain Gsponer, dedicato al celebre personaggio con il famoso attore elvetico Bruno Ganz nella parte del nonno (alla presentazione ha detto ironicamente di Heidi: «Più dolce del cioccolato svizzero e più famosa delle nostre banche»). Di film nel tempo ce ne sono stati una ventina, uno del 1937 con Shirley Temple nei panni di Heidi ed uno nel 1952 con regia di Luigi Comencini dal titolo "Son tornata per te" e ci fu pure negli Stati Uniti una miniserie televisiva.

Ci mancava solo il virus Zika

Una vignetta sul virus 'Zika'Mostri vecchi e nuovi, sotto forma di malattie minacciose che si aggirano, sono apparsi nella vita mia, come in quella di tutti. Da bambino avvertivo ancora, con i controlli di massa e strutture apposite (penso ai "Consorzi antitubercolari"), il peso incombente della "tubercolosi", che oggi tra l'altro riappare. O penso alla "poliomielite", che ha ancora colpito bambini di pochi anni più vecchi di me, che sembrava poter essere sconfitta dalle vaccinazioni di massa, ma in molti Paesi del Terzo Mondo il processo di profilassi si è interrotto a causa di leggende metropolitane (come avviene anche in Occidente, purtroppo con la Valle d'Aosta in testa sul fronte di chi si oppone a qualunque vaccinazione). Penso poi a come irruppero le preoccupazioni attorno all'"Aids" negli anni Ottanta e personalmente seguii alla Camera il destino di chi si trovò con il virus "hiv" a causa di trasfusioni di sangue. Poi naturalmente spicca, ma per ora la malattia è combattuta ma siamo distanti dal trovare un modo per debellarla, come in un campo di battaglia con la morte di amici e parenti, quella malattia spaventosa che è il cancro.

Carnevale fra tradizioni antiche e più recenti

Le maschere del carnevale ad Allein (foto di Maria Grazia Schiapparelli)Un tempo per "Carnevale" si intendeva solo il "martedì grasso", definito nella vecchia parola come "Carnelevare", cioè il giorno precedente l'inizio della Quaresima, quando la privazione del cibo ("carnem") diventa un precetto.
Ormai la definizione ha un senso esteso ad un periodo ben più lungo e con manifestazioni varie che causano due sentimenti contrapposti e secchi: o piace (con diversi livelli di adesione) o non piace affatto. A me piace, senza farne qualcosa di esagerato, vivendo nella sua attesa in modo spasmodico come capita per alcuni aficionados che conosco.
E, nella realtà valdostana, il Carnevale è una cartina di tornasole molto interessante di come la tradizione muti nel tempo.

Un bel tacer, mai scritto fu?

Una volta si usava la macchina da scrivere...Frullano nella testa, come farfalle fastidiose, certi pensieri che alla fine si depositano e vien voglia di metterli nero su bianco, perché almeno restino cristallizzati. ammesso che - e questo è il tema di oggi - questa sia una scelta giusta e coerente e soprattutto non controproducente. Lo dico invocando sin da subito la clemenza della Corte.
Si deve a Iacopo Badoer (1602 – 1654), librettista e poeta italiano, il celebre verso «Un bel tacer mai scritto fu», tratto da "Il ritorno d'Ulisse", che può essere meglio esplicitata con «la bellezza del saper tacere non è mai stata lodata abbastanza».

Verrès e il suo castello

Il castello di Verrès di notte"Costruito su un picco roccioso che domina il sottostante borgo, il castello è citato per la prima volta nel 1287 come proprietà dei signori De Verretio. Un'iscrizione scolpita in caratteri gotici attesta che fu Ibleto di Challant nel 1390 a porre mano ai lavori che fecero assumere all'edificio l'aspetto attuale. Nel 1536 Renato di Challant rinnovò l'apparato difensivo del maniero, adattandolo all'uso delle moderne armi da fuoco. In questa occasione venne costruita una cinta muraria munita di cannoniere, di speroni a contrafforte e di torrette poligonali da offesa, idonei all'impiego delle spingarde e dei cannoni fusi nel feudo che il conte di Challant possedeva a Valangin, in Svizzera; l'ingresso fu reso più sicuro mediante la realizzazione dell'antiporta con il ponte levatoio e l'apertura di feritoie".

Capire le "belle statuine"

Le indicazioni per i cinesi alle 'Primarie' di MilanoCi sono giorni in cui lo sguardo è indeciso se guardare vicino o lontano. Di fronte a passaggi politici, al posto di farsi impantanare nella melma e nel tentativo di far diventare discorsi di principio questioni di simpatia o di antipatia personale, non è male astrarsi e guardare la situazione da una prospettiva più larga, che aiuti a capire. Ogni tanto nelle mie reazioni sono sanguigno (mi monta la carogna), ma nel tempo ho imparato che vale di più la pena di capire in profondità ed è bene fare la fatica di smontare certi meccanismi illuminanti sui perché e sulle concatenazioni fra causa e effetto.
Giocare alle "belle statuine" era un divertimento infantile: vinceva chi nella fissità mimava la posizione e l'espressione più buffa.

Registrazione Tribunale di Aosta n.2/2018 | Direttore responsabile Mara Ghidinelli | © 2008-2021 Luciano Caveri