January 2016

La Valle d'Aosta e la riforma costituzionale

Gianclaudio BressaSolo ai tempi della breve stagione della Constituante, quando un annetto fa si aprì - su iniziativa dell'Union Valdôtaine Progressiste - un dibattito pubblico con una interessante e breve coda di un gruppo tecnico, si discusse in Valle d'Aosta delle ricadute della riforma costituzionale targata Matteo Renzi. Una riforma che sarà sottoposta a referendum confermativo (quello senza quorum da raggiungere) nell'ottobre di quest'anno. Semmai in queste settimane si è tornati a discutere in Consiglio Valle - e male non fa - di uno degli aspetti inespressi dello Statuto di autonomia vigente: la famosa "Zona Franca", che ormai va connessa in qualche modo al quadro statutario in movimento e al al quadro giuridico europeo inesistente nel dopoguerra.

Dalla lettera a Internet

Le classiche app di comunicazione presenti sull'iPhoneBrutta bestia quando ti accorgi che ti infili in storie di comparazione con il passato ed i decenni si accavallano nella tua vita come d'improvviso, a dispetto del fatto che continui a sentirti un "ragazzo dai capelli grigi".
Capita così, in qualche cassetto chiuso da tanti anni ma che dimostra la capacità di accumulazione compulsiva della mia vecchia mamma, di trovare una lettera di quelle che mi scrivevano gli amici quando ero ancora con le braghe corte e ritrovarti - forza della vita - un altro te stesso.
Sono botte di buonumore miste a nostalgia, specie ricordando cosa avveniva allora, specie dopo l'estate. Il rapporto epistolare scaturiva con qualche fanciulla con cui c'era stato un flirt o con la qualcuno della "compagnia" con cui era nata una bella amicizia. Sono fantasmi del passato, che ogni tanto tornano e nel ricordo sono pieni di allegria.

Zalone e i suoi successi

Checco Zalone in 'Quo vado'Sono andato anch'io ad inizio anno a vedere "Quo vado", il film di Checco Zalone, che ha fatto un successo travolgente. Non ne ho scritto subito l'indomani perché non avevo le idee molte chiare e, dovessi dirla fino in fondo, mi spiaceva essere anticonformista - già mi capita troppo spesso di esserlo - e dire subito, a caldo, di essere stato un pochino deluso rispetto alle mie aspettative. Ed uso il termine "pochino" perché un film di svago deve restare tale, perché penso che lo stesso comico barese sia il primo ad avere un senso autoironico, anche se un successo di questa portata rischia di travolgere chiunque.
Ho notato che nella sala stracolma di gente si è riso abbastanza, ma meno di quanto fosse avvenuto nei suoi film precedenti e mi pare che questo sia un segnale più significativo di molti ragionamenti dei critici che si sono espressi, come è giusto che avvenisse, sui contenuti della pellicola, ma anche sul perché del successo.

Attorno alla Legione straniera

Soldati della Legione StranieraLeggevo ieri come fra le cinque vittime della valanga caduta sulle Alpi francesi su di un gruppo di una cinquantina di militari della Legione straniera ci fosse anche un giovane italiano di Siena. Assieme a lui, hanno perso la vita - segno di come il gruppo fosse multinazionale - un francese, un nepalese, un moldavo e un albanese.
Un interlocutore su "Twitter" mi chiedeva come fosse possibile l'esistenza ancora di truppe di questo genere. Sono andato a dare un'occhiata al sito della "Légion étrangère" – che conta oggi circa ottomila uomini di 146 diverse nazionalità (per comparazione gli alpini in Italia sono diecimila) - ed ho avuto la conferma che non solo la Légion (il cui motto da cosmopolitismo guerresco è "Legio Patria Nostra") gode di buona salute, ma esiste uno spazio "La Légion recrute" che apre a nuovi ingressi nel 2016, anche sulla base di un aumento degli effettivi, conseguenza delle note vicende internazionali, estremisti islamici in primis.

I gusti dell'acqua

Acqua valdostana in una fontana di paeseNon credo di scoprire... l'acqua calda nel dire che l'acqua non è affatto vero che non abbia differenti gusti (il termine classico "insapore" ha una sua logica solo teorica) ed in vita mia ne ho bevuta di buona o di cattiva (mi riferisco a quella potabile!), secondo le mie preferenze personali, che ovviamente non fanno testo. Le migliori acque che abbia bevuto sono sempre state quelle sorgive della nostra Valle d'Aosta, fredde se non gelide, bevute con le mani "a conchetta" o - come facevo in anni giovanili d'estate a Pila - con un mestolo metallico direttamente dalla fontana. Quella cattiva è ad esempio quella derivata dalla dissalazione dell'acqua di mare o quella in bottiglia troppo salata, che mi infastidisce il palato.

Pensieri sul funerale

Una curiosa promozione di un'agenzia di pompe funebriNon mi trovo a mio agio ai funerali e provo una certa considerazione per chi ci partecipa quasi con un'attitudine da professionista del ramo. Ce ne sono nei paesi: si configurano come degli esperti, dopo molta pratica, della faccia di circostanza, persino con pianto incorporato. Con il passare degli anni e più invecchiano e più sembra per loro manifestarsi nel funerale altrui un senso vago di averla scampata bella. Per altro, visto da un'altra ottica, ricordo come in genere i proprietari delle pompe funebri ("pompa" che significa letteralmente "corteo" o "cerimonia") siano persone molto simpatiche, spesso dei bon vivant, come evidente reazione al tipo di settore merceologico che trattano.
Conosco anche dei politici che hanno scelto la specializzazione del presenzialismo funerario, sapendo che certe presenze diventano impressionanti, spesso per il solo sgomento della parentela che si chiede «perché è venuto?», come se lo scomparso avesse tenuto nascosta chissà quale familiarità con la personalità luttuosa all'uopo.

La montagna: gioie e pericoli

Un momento della serata sul 'Soccorso alpino' valdostanoCapisco che si tratti di un mio pallino, per cui - come può capitare a tutti - uno rischi di fissarsi. Eppure resto convinto che bisogna riflettere, in una società valdostana in grande modificazione, sul passaggio di alcuni aspetti basilari della cultura alpina, un tempo pacifico appannaggio dell'educazione familiare e dell'ambiente sociale in cui siamo immersi.
Mi riferisco al territorio montano in cui viviamo e che richiede un approccio specifico, senza pensare di fare di tutti degli alpinisti, ma almeno dei frequentatori delle montagne - dove per altro abitiamo - questo sì.
L'altra sera mi è capitato di presentare l'attività del "Soccorso alpino" valdostano in una conferenza con Adriano Favre, che ne è il direttore. Il tema è interessante è pieno di spunti e andrò un pochino a casaccio.

Il fascicolo sanitario elettronico a rischio flop

La 'tessera sanitaria'Erano molti anni che sapevo che era in corso la gestazione del "Fascicolo sanitario elettronico" anche in Valle d'Aosta con apposito gruppo di lavoro che macinava documenti. Per curiosità avevo visto che si trattava ormai di procedure ordinarie in altri Paesi, che funzionavano come orologi svizzeri nella logica di un uso intelligente dell'informatica e dei suoi sviluppi a vantaggio di sveltimento e semplificazioni. Talvolta basta ricopiare o meglio pagare i diritti per chi ci ha già lavorato al posto di inventarsi procedure e software, che alla fine rischiano di risultare più costose e macchinose.
Poi da utente mi sono trovato di fronte a questo "fse-vda" (come da sito): chi ha scelto l'acronimo ("Fascicolo sanitario elettronico", appunto) pare essersi dimenticato che "Fse" è universalmente "Fondo sociale europeo", uno dei fondi strutturali dell'Unione Europea.

La Foire de Saint-Ours che non lascia indifferenti

Difficile spiegare ad un non valdostano che cosa sia la "Fiera di Sant'Orso", puntuale anche quest'anno il 30 e il 31 gennaio, come da tradizione. Le definizioni potrebbero sprecarsi e ognuno potrebbe tirare la coperta dalla sua parte, a seconda delle preferenze. Per me, ad esempio, siamo di fronte al gigantismo dell'Artigianato tipico: una kermesse che mette tutto in campo, dall'eccellenza alla banalità, senza eguali sul resto delle Alpi per varietà di prodotti e incredibile numerosità di partecipanti, rispetto soprattutto al numero esiguo della nostra popolazione.
Un grandissimo "minestrone", che rende difficile una degustazione minuta, perché - specie quest’anno con l’affollamento da sabato e domenica - si viene trascinati dalla folla (persino con sensi unici per evitare scontri e ingorghi) e questo vuol dire fare una specie di abbuffata. Come se si trattasse di un film a ritmo accelerato, visibile in certe comiche alla Charlot. Anche se oggi l'immagine più paciosa potrebbe essere - ma le norme aeronautiche lo vietano per l'assembramento di persone - vedere quel fiume di gente dall'alto con le riprese filmate da un drone.

Il cammino della macroregione alpina

Alcuni dei 'governatori' che hanno partecipato all'incontro a BrdoIeri in Slovenia, con un incontro ufficiale definito un pochino pomposamente "lancio", è proseguito il cammino della Strategia macroregionale alpina, di cui ho parlato tante volte fin dai primi vagiti, ormai parecchi anni fa. Oggi il vecchio sogno vede coinvolti nella realtà sette Paesi, cinque dei quali membri dell'Unione Europea (Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia) e due non membri (Liechtenstein e Svizzera), e 48 Regioni, Valle d'Aosta ovviamente compresa. Anche se l'unico valdostano che ha parlato in questa assise "di partenza" a Brdo non è stato un politico - per altro il presidente Augusto Rollandin, che non c'era, è anche membro del "Comitato delle Regioni" - ma un dirigente regionale. Boh!

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