Sono andato anch'io ad inizio anno a vedere "Quo vado", il film di Checco Zalone, che ha fatto un successo travolgente. Non ne ho scritto subito l'indomani perché non avevo le idee molte chiare e, dovessi dirla fino in fondo, mi spiaceva essere anticonformista - già mi capita troppo spesso di esserlo - e dire subito, a caldo, di essere stato un pochino deluso rispetto alle mie aspettative. Ed uso il termine "pochino" perché un film di svago deve restare tale, perché penso che lo stesso comico barese sia il primo ad avere un senso autoironico, anche se un successo di questa portata rischia di travolgere chiunque.
Ho notato che nella sala stracolma di gente si è riso abbastanza, ma meno di quanto fosse avvenuto nei suoi film precedenti e mi pare che questo sia un segnale più significativo di molti ragionamenti dei critici che si sono espressi, come è giusto che avvenisse, sui contenuti della pellicola, ma anche sul perché del successo.