Sto facendo per radio un giro d'orizzonte di "Pensieri e Sentimenti", utilizzando come spunto delle parole simbolo. Si tratta di considerazioni generali con interviste - assieme ad Elena Meynet - e contributi sonori di vario genere, oltreché commenti musicali scelti per affinità e simpatia. Raramente incrocio la quotidianità, che appartiene ad altri.
Certo è che ogni tanto il Caso ci mette lo zampino e le notizie irrompono, malgré moi. Ieri avevo programmato "Giocosità", che è la caratteristica di chi è giocoso, cioè allegro, ma in realtà la scelta del vocabolo ha consentito di ruotare attorno alla parola "Gioco". Lo schema è abbastanza semplice: si parte dalle origine della parola, la si enuncia in italiano e in francese e poi, con qualche citazione, si viene agli ospiti in studio ed in esterna. La cosa più carina mi pareva essere il fatto che in francese, come in inglese, "suonare" usa lo stesso verbo di "giocare". Così come mi pareva interessante notare come il gioco, momento formativo essenziale per i bambini, diventasse un terribile vizio per gli adulti in una sorta di grottesco contrappasso.