L'espressione latina è ben nota e variamente adoperata. Mi riferisco al classico "vox clamantis in deserto" (la voce d'uno che grida nel deserto). Si tratta della celebre frase biblica che si ripete talvolta alludendo ad avvertimento non ascoltato, ad un tentativo di persuasione andato a vuoto.
Capisco che l'anticonformismo rischia di essere vissuto male. Ma resto convinto - e lo riscrivo per l'ultima volta - che (oggi abuso del latinorum e mi scuso per questo) "scripta manent, verba volant" e dunque ogni cosa scritta non volerà via, quando certe previsioni potranno realizzarsi.
Alla fine, poi, fare la figura della "Cassandra" non fa neppure schifo. Ricordo, infatti, come Cassandra fosse la figlia di Priamo, re di Troia. Secondo Eschilo (nell'"Agamennone"), avrebbe avuto da Apollo il dono della profezia ma, visto che non aveva ceduto alle sue profferte amorose, il dio fece sì che nessuno le credesse.
Situazione mica piacevole. Tu sai e prevedi, ma nessuno ti prende sul serio.
Ma - ecco il punto interessante - nell'"Eneide" virgiliana Cassandra, poco citata invece da Omero, si oppone invano all'introduzione del "cavallo di legno" dentro le mura di Troia, perché sapeva che dalla pancia del fantoccio di legno sarebbero poi spuntati i cavalieri conquistatori della città.