August 2015

Che la cultura Rom non sia un alibi

Un campo Rom a TorinoCi sono argomenti del "politicamente corretto" che sono un esercizio di equilibrismo e personalmente sto in bilico sulla corda solo sin quando ne sono convinto, altrimenti scendo.
Vorrei partire nel mio ragionamento proprio dall'espressione, così descritta per la "Treccani" dalla linguista Rita Fresu: "L'espressione angloamericana "politically correct" (in italiano "politicamente corretto") designa un orientamento ideologico e culturale di estremo rispetto verso tutti, nel quale cioè si evita ogni potenziale offesa verso determinate categorie di persone. Secondo tale orientamento, le opinioni che si esprimono devono apparire esenti, nella forma linguistica e nella sostanza, da pregiudizi razziali, etnici, religiosi, di genere, di età, di orientamento sessuale o relativi a disabilità fisiche o psichiche della persona. L'attenzione a tali tematiche ebbe origine negli Stati Uniti d'America, da dove si diffuse nel resto del mondo occidentale. Nata negli ambienti della sinistra negli anni Trenta del Novecento, amplificata dai moti sessantottini e adottata dagli orientamenti liberali e radicali, essa assunse dimensioni significative sul finire degli anni Ottanta, quando diventò una corrente d'opinione basata sul riconoscimento dei diritti delle culture e mirante a sradicare dalle consuetudini linguistiche usi ritenuti offensivi nei confronti di qualsiasi minoranza".

L'"effetto farfalla" e la Cina

Tiziano Terzani a PechinoA descrivere il mondo e il suo funzionamento sempre più interconnesso, fino al limitare di noi stessi e delle cose che ci capitano, ci sono teorie complicatissime studiate dagli scienziati, la cui lettura può portare al capogiro (in passato mi son dovuto studiare la teoria del caos...). Per questo spesso in una logica sintetica, che sembra odorare di paradosso ma non è affatto così, ogni tanto, anche nella quotidianità, parliamo di "effetto farfalla".
Fu il meteorologo del "Mit" di Boston Edward Lorenz che, nel 1972, intervenendo a un convegno, esordì affermando: «Può il battito d'ali di una farfalla in Brasile generare un uragano in Texas?». La risposta, positiva, derivava dalle sue simulazioni al calcolatore dell'evoluzione temporale di un sistema atmosferico.

Signorine Buonasera e TV

Io con Alessandra Canale, Rosanna Vaudetti e Maria Giovanna ElmiPer fare un piacere agli amici organizzatori di "La montagne en rose", manifestazione al femminile che si svolge a Champoluc di Ayas, l’anno scorso ho presentato un confronto fra colleghe europarlamentari per parlare dell'Europa e dei suoi problemi, mentre quest'anno mi hanno chiesto - altro cappello che ho in testa - di parlare di televisione con tre "Signorine Buonasera" storiche. Una delle decane delle annunciatrici "Rai", la colta e acuta Rosanna Vaudetti, l'altrettanto nota Maria Giovanna Elmi (la "Fatina"!) e la più giovane, ma volto ben conosciuto e fisico procace, Alessandra Canale. La serata è stata piacevole e mi sono divertito nel ruolo di intervistatore (non parlare di politica di questi tempi è quasi un sollievo...).
L'occasione, però, è valsa anche per me per riflettere e appuntare qui qualche considerazione su questa benedetta televisione, che - avendo cominciato le trasmissioni in Italia nel 1954 - ha qualche annetto più di me, ma siamo certamente della stessa generazione.

Per i 65 anni di Snoopy

Una striscia di SnoopySono cresciuto con i "Peanuts" (in inglese "noccioline" ma penso che in italiano potrebbe essere "inezie" o "bazzecole"), le celebri strisce di Charles Monroe Schulz. Per anni, oltre a leggerle su "Linus", di cui dirò, queste storielle le ho scelte come fil rouge del diario di scuola e questo era il segno di un vero sentimento.
Li ricordate? Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy, Sally, Piperita Patty, Woodstock...
Scavando nella memoria, mi appare una certezza: non fui io a scoprirli sulle pagine di "Linus", ma fu un mio cugino più vecchio di me, Giusi Masini, oggi medico, a passarmi i suoi giornalini, "Linus" compreso, come un tempo capitava nella cessione dell'usato. Così mi ritrovai questi buffi personaggi, dei bambini caustici e litigiosi, in un mondo ben diverso dal mio, in qualche modo illustrato dal fatto che molte scene si svolgevano in un campo da baseball, gioco per me all'epoca ed ancora oggi incomprensibile.

La filosofia del picnic

Uno dei miei recenti picnicOggi si trovano nei negozi o nella vasta offerta nella smisurata "pampa" digitale di Internet degli articoli un tempo rari o di nicchia. Ricordo da bambino lo stupore per un negozio storico sotto i portici di Oneglia della famiglia Novarini, dove si trovava - in un ambiente ovattato e con un mobilio degno di un negozio al centro di Londra e con il proprietario (il Signor Gaetano, morto a 92 anni lo scorso anno) e i suoi commessi tutti in stile gentleman - il meglio di vestiti e oggettistica british nella definizione più vasta del termine. Penso alle scarpe classiche, ai tessuti e alle calze scozzesi, ai pullover in cachemire, alle giacche in tweed e via di questo passo. Solo che, al posto di parlare inglese, l'accento che si sentiva era quello musicale degli imperiesi in un'enclave anglosassone.

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