So che parlare di politica in questo periodo è come giocare da solo in un campo di calcio senza altri giocatori e senza pubblico. Ma sarà bene pensarci a questa benedetta politica, riflettendo sul fatto che il più grande partito in Italia ed anche in Valle d'Aosta è quello del "non voto".
Peccato che, anche per chi si astiene o vota per abitudine, certe poste in gioco per il futuro bussino alla porta tutti i giorni e chi fa spallucce o la faccia schifata, ma non prende posizione, è già perdente.
Magari oggi un po' ci scherzo, ma confesso che questa situazione della Valle d'Aosta di oggi, senza prospettive ed in preda ad una crisi senza precedenti, mi preoccupa e mi pare che si allarghi il numero di persone che incominciano a capire che così non si può andare avanti e in gioco c'è ii futuro stesso dell'autonomia valdostana.
Uniti da un insolito destino, si ritrovano Augusto Rollandin, che è salito e sceso ma è sempre stato in scena o dietro le quinte nell'ultimo quarantennio della politica valdostana, e Matteo Renzi, da poco sulla scena della politica italiana, dopo essere apparso su quella fiorentina undici anni fa.