July 2015

L'ultimo viaggio di Franco Frachey

Franco Frachey, morto purtroppo in questi giorni, era un cittadino del mondo. Uno di quei valdostani che stanno bene ovunque, anche se poi - come tanti émigrés - gira che ti rigira fanno di tutto per tornare a casa, portando però in dote quanto appreso altrove come antidoto al rischio di provincialismo.
Dalla frequentazione di Stati Uniti e Messico (quando c'ero andato in viaggio di nozze mi aveva fatto un'ampia lezione su tutto quel che dovevo fare, specie a Cancùn dove vivevano due dei suoi figli) aveva preso un'aria da vecchio "cowboy", che si innestava su un animo profondamente valdostano, ma con una capacità impressionante da poliglotta e di adesione con usi e costumi dl altre culture.

Governare la tecnologia

Un telefono 'fisso' d'antanLe tecnologie più moderne ci fanno sentire tutti come dei funamboli su di un filo, a cavallo fra il vecchio e il nuovo. Sottoscrivo le parole di Piero Angela, che è per la sua veneranda età esempio di un'insolita freschezza di pensiero, testimonial del fatto che mai ci si deve fermare nell'apprendimento, quando dice: «Nessuno di noi è in grado di fermare lo sviluppo tecnologico: perché è qualcosa che cammina per conto suo, attraverso sterminate ramificazioni che si estendono ormai in tutto il mondo. [...]. Limitarsi a denunciare i rischi dello sviluppo tecnologico non è quindi sufficiente, perché, comunque, la tecnologia continuerà ad avanzare (e la gente a usarla). [...]. Quello che si può fare è prender atto di questa situazione e, per quanto possibile, governarla».

Se la politica è nebbia in Val Padana

Denis Verdini ed i parlamentari del nuovo gruppo a sostegno del GovernoDopo gli scandali che avevano investito la Lega, sembrava che il declino fosse inevitabile. Poi è arrivato Matteo Salvini ed ha sterzato bruscamente a destra, occupando una parte della prateria della politica che evidentemente era libera ed è risorto sotto nuove vesti del tutto distanti dal federalismo di un tempo. Idem il "MoVimento 5 stelle" di Beppe Grillo, pieno di problemi di democrazia interna che hanno comportato uno stillicidio di parlamentari in uscita e mille sfottò sui giornali e diagnosi di un'ineluttabile scomparsa. Ma la linea antipolitica ha, invece, continuato a pagare in termini elettorali. Lo si è visto per entrambi, nel nostro piccolo, anche nell'esito delle urne nella città di Aosta.
Eppure gli avvenimenti di certa politica di questi tempi continuano ad essere legna da ardere per chi predica con toni molto forti, sapendo che l'amplificazione maggiore la ottengono le provocazioni, che avvenga una rivoluzione copernicana del sistema politico, pur in termini piuttosto vaghi. E la ragione, che può avere molte chiavi di lettura, del successo del rancore è anche nell'immagine senza contorni netti che certa politica continua ad avere.

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