July 2015

Churchill e il Cervino

L'immagine di Elena Meynet delle 'Frecce Tricolori' sul CervinoIn questi giorni, in vista dei 150 anni dalla conquista della vetta, si parla molto del Cervino, la montagna "africana" (uso il virgolettato perché in realtà l'intera Italia faceva parte di quel Continente antichissimo chiamato dagli esperti "Africa"), che nella sua straordinaria unicità è un vanto per la Valle d'Aosta, anche se la gran parte della montagna è in territorio vallesano (ma la vicinanza premia il nostro versante). Ancora ieri sera leggevo negli occhi del mio figlio più piccolo, Alexis, lo stupore che si può provare a quattro anni a vedere volteggiare attorno alla "Gran Becca" - pur con un passaggio rapidissimo - gli "Aermacchi" delle "Frecce Tricolori".
Ieri per radio, con Marco Jaccond, abbiamo percorso diverse tappe della storia di questa celeberrima vetta, vista dagli occhi e dai sentimenti umani, a seconda delle epoche. Le espressioni della Natura seguono, infatti, i cambiamenti nella nostra percezione a seconda delle culture che si succedono. Come sempre capita, quando si prepara una trasmissione, che appare poi filante all'ascolto, bisogna documentarsi con serietà, specie se si cercano spunti originali e non quell'insopportabile chiacchiericcio di una parte di radiofonia, dedita a quello che volgarmente viene chiamato "cazzeggio".

Se l'autonomismo è una maschera

Viviamo strani tempi, venati di pessimismo e preoccupazioni e, come non mai, bisogna tenere gli occhi aperti ed essere lucidi anche in politica, al limitare della diffidenza. Il rischio di finire in qualche trappola o di abboccare all'amo è quotidiano. Soprattutto pensando che, in certe fasi storiche, ci sono improvvise accelerazioni e cambiamenti repentini, che possono avvenire contando proprio sull'effetto sorpresa. Specie se il terreno è già stato in parte dissodato negli anni.
Esiste un'antica saggezza popolare, che spesso adopera espressioni che risultano scherzose nella loro presentazione, ma che hanno tuttavia un nocciolo di verità più profonda.
La "Bella di Torriglia" è una figura di donna leggendaria, legata ad un paese situato sulla montagna genovese, che - come recita una celebre filastrocca - «tutti la vogliono, ma nessuno se la piglia» (in moglie). In Liguria rappresentava un modo di dire usato per indicare una donna che, tra una storia e l'altra, non riesce ad accasarsi con l'orizzonte dello zitellaggio.
Naturalmente può anche essere traslata nel linguaggio politico.

Gli anniversari e gli incroci della Storia

Una foto da 'Avvenire' del 'vecchio' traforo del Monte BiancoE' stato un curioso incrocio di anniversari quello di cui mi sono occupato la scorsa settimana, assieme a Marco Jaccond, artista e intellettuale eclettico, a chiusura di tre settimane di diretta radiofonica nell'ora di trasmissione di "RaiVd'A". Dopo due giorni dedicati alla Prima guerra mondiale, è stato il turno dei 150 anni dalla conquista del Cervino e infine ci siamo occupati del mezzo secolo dall'apertura del Traforo del Monte Bianco.
A dimostrazione che tutto si piglia, si possono mettere le date nel frullatore della Storia e scoprire alcuni link.
Potremmo partire dalla prima delle date in ordine cronologico: il 1865. Siamo nei primi anni dell'ancora incompleta unità d'Italia e la salita del Cervino è una delle tappe intermedie della storia dell'alpinismo. Una specie di "punto e a capo" per una montagna sino ad allora non ancora conquistata, malgrado nel secolo precedente l'illuminismo avesse svelato le Alpi e dato il via all'alpinismo scientifico, pian piano trasformatosi in alpinismo sportivo.

Non farsi intimidire

L'aeroporto di 'Milano Linate' all'albaOrmai è evidente che ci troviamo nella nostra vita a doverci abituare a cambiamenti continui, in barba a vecchie letture della storia come un susseguirsi - per secoli e generazioni - di una vita relativamente cristallizzata con gesti e abitudini, ma soprattutto contesti sociali, che si muovevano con la lentezza di una lumaca. Oggi tutto si muove in modo frenetico e direi che siamo affetti da una sorta di "sindrome di Tarzan", se non afferri la liana al volo resti fermo nella giungla.
In queste ore sono in viaggio e, prima di partire, mi sono chiesto se fosse intelligente farlo. Ora sono seduto su di una panchina di un aeroporto: sono scene che nella mia vita ho vissuto tante volte, specie durante l'estate. Quando viaggiavo per lavoro, nella mia attività parlamentare, era una sofferenza in questa stagione aggirarsi in giacca e cravatta con il bagaglio a mano e con la borsa dei documenti in mezzo ai vacanzieri.

Il luddismo alimentare

Uno dei moderni supermercatiSono cresciuto negli anni del boom economico e ricordo bene il primo grande magazzino del mio paese, che era un "Vegè" ed era un tripudio dell'alimentare in esposizione, segno evidente della modernità. Rispetto ai negozietti di paese, cui ero abituato, con un commercio ancora ristretto e familiare, era un altro pianeta, anche se oggi - epoca di strutture commerciali enormi - quell'antesignano farebbe la figura del nanetto. Pare, per altro, ma lo dico incidentalmente, che, dopo la bulimia da metri quadrati e da spazi smisurati con migliaia di prodotti, certi consumatori rivalutino il piccolo esercizio dal volto umano.
In quegli anni la pubblicità aveva un solo nome: il "Carosello". Per chi, per ragioni anagrafiche, non sapesse di che cosa si trattasse con esattezza, segnalo come fosse una trasmissione serale costituita da sketch pubblicitari con storielle che finivano con la réclame vera e propria. Da lì passavano i prodotti alimentari industriali, fieri di esserlo. Carne in scatola, biscotti e merendine, gelati e dolciumi, pasta e riso.

Il PD valdostano entra a corte

Raimondo Donzel nella Giunta RollandinMa in fondo il povero Partito Democratico valdostano che cosa ha fatto di male? Cambiare idea in politica ci sta e bisogna essere rispettosi delle conversioni, che fanno mutare radicalmente di direzione. Specie se questo avviene con leggerezza, facendo finta di niente, come se fosse del tutto naturale e persino mettendo il broncio se qualcuno obietta e segnala che la scelta è opportunistica. La permalosità in certe circostanze appare ridicola, perché sarebbe meglio dire "pane al pane" e "vino al vino", senza troppi giri di parole: il potere logora chi non ce l'ha. Attenzione, però, perché alla fine una risata seppellirà chi cercherà di dare giustificazioni troppo arzigogolate. Uccide più il ridicolo che la spada.
E Matteo Renzi ha fatto scuola con lo slogan #lavoltabuona, dando ad intendere di voler cambiare tutto, per poi affidarsi, invece, al gattopardesco atteggiamento di chi in apparenza appoggia le innovazioni, ma in realtà (#staisereno) non vuole cambiare nulla di sostanziale, se non quanto lo rafforzi. Battendo per farlo le strade della parte peggiore della "vecchia politica". Prima Angelino Alfano e poi, tra breve, Denis Verdini. L'importante è salire a cavallo e poi restare in sella.

Gorret: un prete-alpinista fra gloria e punizioni

L'Abbé Aimé GorretIl "Grande Seminario" di Aosta, in via Xavier De Maistre 17, ha oggi un pugno di seminaristi, che si formano ormai fuori Valle. Segno della grave crisi nelle vocazioni che sembra ormai irreversibile. Nulla a che fare con l'enorme attrazione verso il Clero del passato, che ha fatto sì che la società valdostana abbia avuto nella Chiesa una delle componenti del proprio scheletro e numerosissimi protagonisti di spicco nella storia locale fin dall'affermarsi del cristianesimo.
Così, riferendoci in questi giorni alle prime scalate del Cervino, come non ricordare l'Abbé Gorret. Così lo ricorda Alexis Bétemps in un suo articolo: "In Valle d'Aosta, si diceva che a Valtournenche, ai piedi del Cervino, prima o dopo il battesimo poco importa, i genitori scagliassero il neonato maschio contro una parete rocciosa: se si fosse aggrappato, ne avrebbero fatto una guida, altrimenti un prete... Probabilmente, quando nel 1836 il padre lanciò il piccolo Aimé questi si aggrappò in un primo momento, poi si lasciò cadere poiché divenne prete e alpinista".

Troppe vite in fumo

Sigaretta e portacenereLeggevo e riflettevo l'altro giorno su di un grido d'allarme sulla stampa belga: "Le tabagisme augmente chez les 18-25 ans, selon la "Fondation contre le cancer", qui dénonce le manque d'action politique. Près d'un jeune belge sur trois (32 pour cent) se décrit comme un fumeur régulier. Et tandis que les filles sont désormais tout aussi accros que les garçons (ou quasi), l'écart entre Régions wallonne et flamande reste, lui, très marqué: 26 pour cent de fumeurs quotidiens en Wallonie contre 17 pour cent en Flandre. Des chiffres qui confirment la fin des effets bénéfiques de la suppression de la publicité en 1999".
Trovo che medesimo grido d'allarme dovrebbe valere in Valle d'Aosta, compresa per quella galassia dei minorenni che non sono censibili e teoricamente non dovrebbero poter comprare le sigarette. Ammesso poi che per i maggiorenni le statistiche siano veritiere, perché a me - che osservo da non fumatore i fumatori - sembra che non tutti i fumatori si siano manifestati con onestà e dunque i dati complessivi non sono veritieri...

Dino Lora Totino, un imprenditore eclettico

Dino Lora Totino durante i lavori della Funivia del Monte BiancoCapita spesso in questo mio spazio di rievocare figure del passato, le cui gesta e azioni sono per molti versi utili per capire la Valle d'Aosta di oggi, spesso portata ad avere una certa smemoratezza e ad accontentarsi del tran tran di una Regione ormai portata sull'orlo del baratro. Ma pare di capire che vada bene così e dunque temo ormai si debba attendere il peggio, per poi ripartire nella ricostruzione.
Si aggira sullo sfondo di tante vicende di cui si parla di questi tempi in Valle d'Aosta il fantasma dell'Ingegner Dino (dal vero nome Secondino) Lora Totino, esponente della famosa famiglia di tessili, nato a Pray nel biellese nel 1900 e morto a Torino nel 1980.
Nel 1932 realizzò la sua prima funivia, quella tra il Breuil e il Plateau Rosa, che gli fruttò - per l'evidente fiore all'occhiello per il fascismo - il titolo di "Conte di Cervinia" (località assai presente nei documentari della "Film Luce", arma di propaganda del Regime), e, otto anni dopo, si deve alla sua perizia tecnica la funivia tra La Palud e il Rifugio Torino, sul versante italiano del Monte Bianco, premessa a quel completamento avvenuto nel 1957 con la "Liaison", detta anche la "Télécabine de la Vallée Blanche".

Dal naso alle onde

Onde nel mareStavo pensando, in questa oziosa mattina domenicale, che cosa io sappia fare bene, ma che risulti del tutto inutile.
La prima cosa che mi è venuta in mente è lo spiccato odorato, immagino in parte collegato al mio naso piuttosto ingombrante. Leggevo a questo proposito una classificazione di odori possibili: acre, aromatico, balsamico, acuto, delicato, dolce, delizioso, crudo, fetido, gradito, fragrante, forte, grato, grave, gentile, inebriante, fastidioso, penetrante, nauseabondo, pessimo, ripugnante, soave, squisito, disgustoso, stomachevole, graveolente, blando, ingrato, violento, ammorbante, rancido, sgradevole, pungente, stagnante, aliaceo, pestilenziale.
Manca il fatto, evidente, di come si debba legare un odore ai luoghi e anche alle persone (spesso, per fortuna, un profumo). Ho nella mia memoria mentale parte olfattiva una miriade di odori che mi tornano alla bisogna sul mio nasone e possono portarmi in giro nel passato.

Registrazione Tribunale di Aosta n.2/2018 | Direttore responsabile Mara Ghidinelli | © 2008-2021 Luciano Caveri