Un anno fa, avendo a suo tempo lavorato per la legge regionale per finanziare il rilancio del termalismo, ed essendomi occupato della questione per alcuni compiti regionali, ero fra il pubblico (ed oggi sono contento di non essere stato, quel giorno, neppure citato) che a Saint-Vincent partecipò al lancio, pieno di speranze e di attese, della prima fase della modernizzazione delle Terme del paese.
Fu la grande occasione pubblica per spiegare quanto era stato realizzato e che cosa - in un quadro giudico e di obblighi di realizzazione molto chiari, basato sulla formula del project financing - dovrà (oggi temo di dover usare, per prudenza, il "dovrebbe") essere realizzato.
Un anno dopo, le cose non vanno bene e bisogna parlarne per evitare il peggio, comprese beghe giudiziarie e rischi contabili che certo sarebbero da evitare. Cominciamo dai lavori, ricordando che si prevedevano tre fasi. La prima riguardava ristrutturazione delle Terme "nuove" con parte curativa e con parte dedicata alla "zona benessere" con zona bar e ristorazione connessa. Questa realizzazione doveva essere completata, come spiegò la direttrice Elisabetta Reggio (che poi lasciò la conduzione della struttura poche settimane dopo l'inaugurazione dello stabilimento, il 16 giugno 2012) dalla "baby Spa", un "fiore all'occhiello" dell'offerta wellness, unica nel suo genere, di cui si preferiva non svelare troppo per evitare "furti d'idee". L'idea era talmente innovativa e geniale che è poi stata accantonata in sordina e solo oggi, dopo annunci di apertura periodici, si scopre che non se ne farà nulla.
Ci venne poi spiegato, anche dal Comune, il resto degli obblighi contrattuali: la valorizzazione della vecchia "Fons Salutis" e la realizzazione di sale banqueting nelle vecchie Terme e poi, ultima fase, la rimessa a nuovo del vecchio hotel termale "Source", sul quale se non s'interverrà in tempi rapidi è assai probabile che si verifichino crolli o cedimenti strutturali. Per capirci, la concessione ottenuta sino al 2043 dalla "Saint-Vincent Thermae", ovviamente decade se chi ha firmato i contratti non ottempera alle fasi successive. Ma i cantieri, ora come ora, sono fermi, anzi sono stati smantellati ed aleggia il mistero sul proseguo, ripeto obbligatorio e non opzionale, dei lavori.
La società creata per la gestione delle Terme, "Gestioni termali srl" (che dovrebbe avere un capitale versato di 50mila euro...) è composta da uno dei più grandi subcontractor italiani, la "Bonatti" di Parma (socio unico della società di scopo "Saint-Vincent Thermae", titolare della concessione) e dalla società "Le Fonti" di Forlì (fatevi un giretto sul loro sito e poi mi spiegate che cosa facciano esattamente, visto che spaziano in molteplici attività con sedi in tutto il globo terracqueo). Par di capire - lo dico in modo rozzo - che, nella ripartizione dei compiti, "Bonatti" continui ad occuparsi più dei lavori e "Le Fonti" più della gestione in una società che è in realtà divisa al cinquanta per cento e dunque, ma è una mia presunzione, qualche problemino di governance immagino potrebbe esserci.
Come vanno le Terme?
A leggere le recenti interviste del direttore, un giovane entusiasta arrivato dalle Puglie, tutto bene e in linea con le previsioni. Aspettiamo di sapere che cosa ne pensi in merito il Comune di Saint-Vincent, che non è convitato di pietra e attendiamo di vedere il primo bilancio della gestione, ma esprimiamo qualche garbato dubbio - e con noi una buona parte di cittadini di Saint-Vincent - sugli esiti reali in termini di clientela, di rientri finanziari e anche occupazionali (si prevedevano in prevalenza assunzioni locali). Per non dire dello stop, già evocato, dei cantieri.
Con noi i dubbi ce li hanno anche quelli che aspettano i pagamenti delle loro fatture. Purtroppo la "funicolare" nuova di zecca, che collega il paese con le Terme, è ferma ormai da mesi per le mancate riparazioni e questo appare come un triste presagio.