December 2011

Gli altri ci guardano

I sindaci a BruxellesI "costi della politica", che poi ad essere esatti sarebbero i "costi della democrazia", sono ormai da anni nel mirino. Mi veniva da sorridere in questi giorni a Bruxelles, quando nell'emiciclo del Parlamento europeo a Bruxelles si sono ritrovati centinaia di sindaci italiani per il "Patto dei sindaci", comprensibile per il sottotitolo "Un impegno per l'energia sostenibile". La delegazione della Provincia di Sassari con i sindaci della stessa zona era di circa circa ottanta persone arrivate in aereo...
Idem l'indomani quando erano oltre cento fasce tricolori presenti alla manifestazione "Città europee per lo sport": anche in questo caso gli italiani erano largamente maggioritari.
Comprensibile lo sfottò dei colleghi europei che ci guardano in queste settimane con interesse come i "Pierini la peste" d'Europa, viste le vicende drammatiche del nostro debito pubblico che si riverberano sugli equilibri economici dell'Italia e sul futuro della moneta unica, essendo l'euro sempre più ammaccato.
Nessuno discute la legittimità di essere a Bruxelles, ma i sindaci degli altri Paesi facevano parte di striminzite delegazioni, mentre da noi la logica della "gita fuoriporta" ha rotto gli argini in un'epoca nella quale la finanza pubblica piange lacrime amare.
Faceva quasi pena il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che dal podio arringava i colleghi in trasferta, predicando la soppressione del "Patto di stabilità" per i Comuni, "strangolati" dalle regole di controllo della finanza pubblica. Sul tema penso si debba discutere, ma la sala quasi interamente tricolore creava qualche imbarazzo, perché piangere sui "tagli" strideva con la platea.

L'importanza del confronto

Un momento del convegnoIeri sera sono stato invitato presso la sede di "Alpe" ad un dibattito sulla crisi economica. Ci sono andato volentieri, in barba a qualche mio collega che gridava allo scandalo incarnando posizioni davvero trinariciute, perché ritengo che sia un dovere rispondere agli inviti per dibattiti politici di questo genere, specie quando - com'è avvenuto in questo caso - i toni sono stati pacati e rispettosi delle diverse posizioni altrui. Già sono rari i confronti esterni ai tatticismi dell'aula del Consiglio Valle, dove la sede istituzionale rende tutto più "ingessato", che ci manca solo di avere un atteggiamento snob verso le rare serate in cui si parla di politica.
Per altro, in assenza di talk show politici che in Valle ci sono stati ormai decenni fa e sono un pallido ricordo e finita l'epoca dei dibattiti nelle feste di partito (ricordo serate memorabili alla "Festa dell'Unità" a Issime), resta davvero poco. Esistono - è vero - i social network, ma francamente i confronti sono piuttosto prevedibili e artificiosi.
La prevedibilità, per altro, che caratterizza i congressi dei partiti. Lo scrivo alla vigilia del congresso unionista, che sarà - comme d'habitude - una sorta di "messa cantata". Io probabilmente farò la parte di quello che canta un pochino fuori da coro. Non mi preoccupa espormi: ho vissuto ormai gli ultimi venticinque anni della storia dell'Union e ho raggiunto un'età che mi consente di dire senza preoccupazioni o emotività "pane al pane e vino al vino".
Che suoni come un ammonimento una frase di Charles de Gaulle: "La politique, quand elle est un art et un service, non point une exploitation, c'est une action pour un idéal à travers des réalités".

Una linea rozza

Un momento del congresso dell'Union Valdôtaine a Pont-Saint-MartinNon esiste un’alternativa in democrazia ai partiti organizzati. Su questo, all’articolo 48, la Costituzione del dopoguerra era e resta secca e comprensibile: "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale".
I due principi cardini, lo noterete, sono il "liberamente" e l’espressione "con metodo democratico". Termini importanti e non sempre il sistema dei partiti è stato degno delle speranze dei costituenti.
Ci penso tutte le volte che mi capita, come oggi, di partecipare ad un congresso di partito. In questo caso il movimento dell'Union Valdôtaine, chiamato oggi a discutere di due temi imponenti: le eventuali riforme del proprio Statuto interno e cause e reazioni alla crisi economica che incombe. Tutto si risolverà dal mattino alla sera. L’impegno su più giorni appartiene al passato, oggi tutto si fa in fretta in un collettivo déjà vu.
Questo congresso, assolutamente di routine, cade nel bel mezzo di una serie di fili che si aggrovigliano in una stessa matassa: una crisi della democrazia rappresentativa, che si riverbera sui partiti e sulla credibilità degli eletti (riuniti appassionatamente sotto la definizione-insulto "la Casta") a fronte di un crescente disimpegno dei cittadini con partiti che hanno sempre meno iscritti veri (non mi riferisco al "mercato delle tessere", che è un’aberrazione) e meccanismi democratici che funzionano a singhiozzo, se funzionano. Direi che ormai sono dei ponti, più o meno grandi, che servono per passare da un'elezione all’altra con buona pace di chi, come me, si augurerebbe che così non fosse, specie in un periodo di crisi economica che rende il compito ancora più importante e complesso.
In più l'Union in questi anni ha assunto l'eccentrica connotazione di un partito personalista in cui, al posto del confronto delle idee, delle posizioni politiche, delle scelte amministrative sembra ormai prevalere una linea tracciata rozzamente fra «chi è con me» e «chi è contro di me».
Questo non facilita le cose.

I rassicuranti preparativi

Un dettaglio dell'albero di Natale di quest'annoOggi non parlerò di politica a causa di un ovvio effetto di saturazione. Per altro, spero domani di "caricare" sul sito il mio intervento al congresso unionista di ieri e poi - io sarò a Bruxelles - arriverà la "manovra Monti" con annessi e connessi. Temo davvero che sarà peggio di quanto mai visto sino ad ora.
Per cui oggi per esorcizzare la situazione mi occuperò del Natale, consolante punto di riferimento in questi tempi grami e potente catalizzatore di elementi di distrazione.
Il "piano d'azione" comporta: completamento addobbi natalizi. Mara ha allestito con la collaborazione di Alexis l'albero artificiale in casa fatto con i "clemmy" colorati della "Clementoni" e luci d'ordinanza. Capisco che il pino finto è criticabile, ma l'agonia dell'albero vero in casa è straziante, essendocene uno vero nel prato nel giardino, messo appositamente a dimora per un Natale passato, e che gode di buona salute ed è già lampeggiante da alcune ore in attesa che la neve (arriva, maledetta!) completi il quadretto stagionale.
Poi il pensiero dei regali: appartengo alla categoria maniaco-compulsiva da elenco. Mi sono sempre piaciuti gli elenchi e dovrò farne due: uno in cui ai nomi delle persone corrispondono i regali da scovare e un altro per l'eventuale festa di compleanno, che per chi è nato a Natale non è  di facile collocazione nel prima o nel dopo.
Ma il clou, per un imbranato da bricolage quale sono, è la ricerca del muschio per il presepe, che resiste a casa, malgrado l'assedio da laicizzazione della festività. Ho i miei luoghi di ricerca e la mia tecnica di "estrazione" per avere il "prato erboso" su cui piazzare la Natività. 
Si tratta, nel complesso, di gesti banali e ripetitivi che, in questo periodo, assumono l'aspetto rassicurante di qualcosa di intimo che non ti possono toccare.

Tagli & sacrifici

Oggi conosceremo tutti i tagliCredo che solo oggi si saprà, direttamente in Consiglio Valle, il "conto" per la nostra Regione autonoma e le conseguenze sul suo riparto fiscale - e quindi sul bilancio 2012 e su quello pluriennale - derivanti dai "tagli" decisi dalla manovra approvata ieri con un decreto legge dal Governo Monti.
Un provvedimento immediatamente operativo assunto, per una volta, davvero in ossequio a quel precetto "in casi straordinari di necessità e d'urgenza", così come fissato con l'articolo 77 della Costituzione. Nessuno potrà negare l'esistenza di queste circostanze che lo stesso Monti ha illustrato in un misto fra solennità istituzionale e saggezza "da buon padre di famiglia", mentre ognuno di noi mentalmente calcolava la lunghezza del proprio conto da pagare...
Il secondo passo potrebbe essere, "per carità di patria", il voto di fiducia in Parlamento per chiudere in fretta la partita, mentre le piazze si infiammeranno, pur a fronte dell'intangibilità del testo come stabilito dal Consiglio dei Ministri.
Quel che colpisce, ora e subito, è la circostanza che l'ennesima "botta" (la penultima è stata un taglio improvviso e mai concordato del Governo Berlusconi, mentre esalava il suo ultimo respiro) avviene quando in Valle si avvia già la discussione sulla manovra finanziaria regionale da approvarsi in tempi utili per evitare l'esercizio provvisorio. 
Un bel paradosso (anzi brutto), come se uno si presentasse con un assegno già compilato per un acquisto e nel frattempo in banca una parte di quei soldi "a copertura" non ce li avesse più a disposizione. Questo è il frutto di un anno, il 2011, in cui con quest'ultima si sono susseguite diverse manovre finanziarie "risolutrici" e quella di ieri non nasce esclusivamente per evitare il tracollo, ma sembra essere lievitata oltremisura perché i conti presentati non solo non erano a posto e non c'era nulla di cui stare tranquilli (refrain di Silvio Berlusconi...), ma addirittura i "tecnici" avrebbero scoperto una situazione del bilancio pubblico ancora peggiore del previsto. Aiuto!

Mi son comprato un libro...

Il libro di Sandro Veronesi che mi sono portato a BruxellesQuesta situazione italiana mi angoscia. Ieri, come tutti, mi sono abbeverato di informazioni sul decreto legge e sui suoi contenuti. Quel che il Governo Monti ha approvato appare un "punto a capo" e per nulla ordinario.
Oggi, di fronte all'edicola dei giornali, a pochi minuti dalla partenza dell'aereo mattutino per Bruxelles, ho avuto un moto di ribellione e non mi sono comprato due o tre giornali per cominciare, come avrei fatto normalmente, a studiarmi la manovra. Così mi sono comprato un libro...
Capiamoci: i lunghi anni di attività parlamentare mi hanno fatto amare le leggi, perché so cosa c'è dietro, come si passa dalle idee alle bozze, di come si discuta sui brogliacci, di cosa ci voglia per decodificare le norme talvolta incomprensibili di primo acchito e via di questo passo. Nella scrittura delle leggi esiste qualche cosa di arcaico e di artigianale, altrove scomparso. So che sembra una spiegazione da "feticista", ma per me è stato così sin da quando cominciai, quasi venticinque anni fa, a fare il mestiere di parlamentare, prendendolo sul serio sin da subito per il senso del dovere che mi è stato instillato assieme a qualche goccia di veleno da "ansia da prestazione" con il timore di non essere adeguato agli impegni e quello di deputato della Valle d'Aosta era un compito che mi preoccupava già di per se stesso.
La manovra la studierò, ci mancherebbe. Ma questa mattina no. Quel che provo in queste ore, ma penso di non essere il solo, è un vago senso di sgomento, come un "horror vacui", una paura per il futuro che ci attende.
Intendiamoci una seconda volta: sono un uomo adulto e penso che ogni generazione debba dimostrare, come chi ci ha preceduto, di avere la forza e la dignità per superare le difficoltà. Già siamo vissuti, noi nati nel dopoguerra, in un nido caldo e confortevole, per cui non è il caso di fare i piagnoni o le mammolette.
E tuttavia mi sono letto il libro, che pure era una sorta di thriller per nulla rassicurante, per staccare un attimo dai cattivi pensieri, come solo le pagine di un romanzo sanno fare. Volevo per un attimo pensare ad altro e togliermi quella preoccupazione che da qualche giorno mi attanaglia, pensando ai miei tre figli e al destino che li aspetta in quest'epoca di cambiamenti e questo mi fa venire i brividi, come in un passaggio delicato in alta montagna in cui basta un ruzzolone per trovarsi in fondo al burrone.
Oggi come non mai, spetta a noi "grandi" essere degni da una parte del lavoro dei nostri genitori e nonni che di momenti grami ne hanno vissuti più di noi e se la sono cavata e dall'altra questo vale per queste nostre creature che si affacciano alla vita. Potrà suonare retorico, ma altre strade, se non quella di rimboccarsi le maniche, non ne vedo.

Il mio intervento al Congrès dell'Union Valdôtaine

Il sottoscritto durante il Congrès dell'UV a Pont-Saint-MartinEmoziona sempre, ma è anche un gran piacere, prendere la parola al congresso dell'Union Valdôtaine. Siamo di fronte, infatti, alla più grande assemblea democratica che in Valle è possibile riunire con oltre quattrocento persone provenienti da tutti i paesi. Molti, dopo tanti anni, sono amici con cui si sono condivise tante battaglie.
L'emozione poi deriva dal fatto che - chi l'ascolterà lo verificherà - ho cercato di parlare con franchezza e non in "politichese". Non si trattava di parlare contro Tizio o Sempronio ma di esprimere preoccupazioni e disagi che valgono in senso assoluto e non solo sulla base delle questioni contingenti.
Spesso, di questi tempi, in casa unionista c'è chi tace in pubblico quel che sostiene in privato. Un "doppio binario" che deriva dall'idea di "disturbare" o dal timore di prendersi una lavata di capo.
Il confronto delle idee, che a al di là delle persone, deve essere invece la forza di un movimento autonomista, che deve avere una logica "plurielle" proprio per mantenere quel carattere di partito "di raccolta" senza il quale sarebbe destinato a continuare a perdere pezzi.
E' un tema antico che attraversa la storia dell'UV fra unioni e disunioni. Mai come oggi l'unione nel pluralismo delle posizioni e in un uso intelligente dei meccanismi democratici è una necessità di fronte alla crisi, tema portante del congresso unionista.


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La dignità del pubblico

L'ingresso nell'autostrada 'A5'Ero stato il primo a negoziare con le autostrade valdostane degli sconti per i pendolari a costo zero per la Regione. Oggi vige un sistema più vantaggioso per gli utenti abituali, ma la Regione compartecipa ai costi. Non è esattamente la stessa cosa.
Comunque sia, dal 1° gennaio ripartirà la macchina infernale degli aumenti tariffari, che fanno ormai delle nostre tratte autostradali dei percorsi buoni per Paperon de' Paperoni con un effetto tremendo sui viaggiatori. Questo vale per i valdostani, che si trovano ad essere comproprietari di minoranza di autostrade dalle tariffe d'oro e alla Regione tocca subire decisioni degli azionisti di maggioranza ratificate dall'Anas, ma ciò pesa anche come un macigno sui turisti della domenica e del fine settimana, già penalizzati dai prezzi dei carburanti alle stelle.
Soluzioni concrete se ne vedono poche e i due concessionari duopolisti - gruppo "Benetton" per "Rav" e gruppo "Gavio" per "Sav" - hanno ormai in tasca le "nostre" autostrade per i prossimi decenni (scadenza 2032) e solo allora ci sarà una gara europea per la gestione. Intanto, da qui ad allora, ci sarà un solo senso di marcia: un periodico e strangolante aumento delle tariffe.
La via d'uscita è una riflessione complessiva sulle autostrade in Italia. La privatizzazione del sistema ha peggiorato le cose, creando una posizione dominante grazie anche alla debolezza dei controlli e all'interlocuzione molle e passiva dello Stato rispetto ai proprietari che hanno in mano le concessioni. E' ora che le Regioni, che nulla possono fare su strutture di trasporto fondamentali sui loro territori, facciano fronte comune e si ribellino. Questo è uno dei casi in cui le regole del mercato (quale mercato se ci sono due soggetti?) non hanno funzionato e spetterebbe al pubblico, in un afflato di dignità, riprendere in mano il boccino per dettare daccapo le regole del gioco ormai fuori controllo. Chiedendo, se il caso, l'aiuto dell'Unione europea a tutela degli utenti-consumatori e delle calpestate regole di concorrenza.

La danza della neve

"Sant'Ambrogio" - che si festeggia proprio oggi - era, ai miei tempi, la data d'inizio del turismo invernale.
A Champoluc, mio luogo di vacanza sin da bambino, si incontravano gli amici milanesi, puntuali per inizio stagione in occasione dei finesettimana, diversamente combinati secondo l'allocazione della data, resi possibili dalla festività in occasione del loro santo patrono (festività, tra l'altro, che dal prossimo anno sparirà, restando solo festività religiosa).
Quest'anno la collocazione del Santo sul calendario era particolarmente interessante e lo smog che grava sulla capitale lombarda aveva portato anche al blocco del traffico e alla chiusura delle scuole il venerdì e il sabato, creando un lunghissimo ponte.
Tutti elementi utili per il lancio della nostra stagione dello sci e invece, purtroppo, ci ha messo lo zampino la mancanza di neve e mentre scrivo, guardando il "tempo da neve" fra l'Emilius e Pila mi auguro davvero che le nevicate arrivino o che almeno le temperature diano il via all'innevamento artificiale.

Attorno alla manovra finanziaria

Il ministro Fornero commosso alla conferenza stampa con il presidente MontiLa manovra finanziaria regionale, approvata dal Consiglio Valle, è stata discussa in un clima kafkiano, visto che già si sa che il "decreto Monti" farà dimagrire il bilancio regionale di una cinquantina di milioni di euro.
Non sono bruscolini, pensando ai "tagli" già precedentemente incassati e che mutano ogni volta la stabilità del nostro riparto fiscale.
Nella lunga maratona oratoria che impegna i consiglieri si susseguono gli interventi. Io il mio l'ho già fatto e non mi sono perso nel dedalo dei numeri, ma nella sostanza che resta politica.


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