February 2011

Il destino in un "invio"

Il destino in un click del mouseQuesta storia del "Click day" sembra un barzelletta, eppure anche in Valle ieri i consulenti del lavoro e altri professionisti erano in agguato al mattino con il loro computer acceso e il dito sul tasto giusto nel tentativo di partecipare alla "lotteria" per l'assunzione di immigrati extracomunitari.
Su trecentomila richieste a "passare", grazie alla velocità dell'"invio" e forse anche della velocità e qualità della connessione, sono stati solo i primi 52mila, che oggi saranno contenti del successo, mentre gli altri - in questa sorta di "roulette russa" - non ce l'hanno fatta e immagino il loro stato d'animo.
Strana storia, degna di figurare nei manuali di diritto costituzionale per la bizzarria del caso applicata ad una materia così delicata, che concerne il tema dei "flussi" degli stranieri destinati ad una regolarizzazione, che sarà anche in futuro uno dei problemi più significativi e che dovrebbe, tra l'altro, vista la successiva libertà di circolazione di chi «viene messo a posto» nel resto d'Europa, essere davvero risolta da una normativa omogenea nell'Unione europea.
Ma è difficile che ciò avvenga davvero, perché ciascuno ha la sua storia e i suoi interessi, ma la montante marea di protesta nei vicini Paesi del Nord Africa, che potrebbe diffondersi in tutti i Paesi del Terzo Mondo, strangolati da povertà e dittature, potrebbe far esplodere ogni sistema di regolazione e dunque è bene pensare per tempo ad una "vera" posizione comunitaria.

Troppa montagna, nessuna montagna

Michel BarnierHo dedicato molte energie ai problemi della montagna, ritenendo che questa sia una chiave di lettura importante per il futuro della Valle. Ecco perché sono lieto di essere domani a Bruxelles all'Assemblea dell'"Associazione eletti della montagna - Aem", che ho presieduto per qualche anno, ricavandone un'utile esperienza alla ricerca delle migliori soluzioni. Ed è quel che provo a fare ancora oggi nel dibattito europeo.
Al mattino saremo al Comitato delle Regioni ed al pomeriggio tornerò al Parlamento europeo - come spiega un comunicato dell'Aem per «un séminaire organisé en collaboration avec l’Intergroupe "Montagnes, îles et régions à très faible densité de population" du Parlement européen. Dans un premier temps, nous pourrons débattre du futur de la politique de cohésion avec, entre autre, Danuta Hübner, présidente de la Commission "Regi" du Parlement européen et ancienne commissaire en charge de la politique régionale. Michel Barnier, Commissaire européen en charge du Marché intérieur et des services, viendra faire une intervention sur le thème "Marché unique, Services d’intérêts général et régions à handicap naturel permanent"».
Ritrovare Danuta e soprattutto Michel - che mi diede la "Légion d'honneur" al Piccolo San Bernardo - è come riprendere una strada percorsa assieme, sapendo che per i territori montani è un momento cruciale di passaggio.
Infatti nella per la nuova politica di coesione o strapperemo a Bruxelles dei criteri di classificazione che dicano bene cosa si intenda per "territori montani" oppure, come mi è capitato di dire spesso, «troppa montagna, nessuna montagna».

Il disastro demografico

Lo stendino di una famiglia numerosaAvendo tre figli, credo di aver adempiuto a sufficienza al mio compito a favore della natalità, pur non comparabile alla numerosità di figli delle precedenti generazioni (mio padre aveva sette fra fratelli e sorelle!).
Ma i comportamenti soggettivi non celano la realtà del disastro demografico in Occidente e anche  in Valle, dovuto alla "crescita zero", che ci avvicina al crollo ineluttabile della "piramide rovesciata" che poggia su un'esile cuspide all'ingiù di una gioventù in grave minoranza e una maggioranza, sospesa per aria, composta da anziani sempre più numerosi e vecchi. 
L'"effetto extracomunitari", con nascite molte più elevate - a compensazione - per famiglie o uno dei membri della coppia genitoriale sarà destinato a ridursi per un'adesione ai comportamenti sociali dei figli dei nuovi arrivati, quando toccherà a loro.
La crisi economica e le tante incertezze spingono verso un'ulteriore diminuzione delle nascite e dunque il futuro sarà dei vecchietti con problemi di pagamento delle pensioni e dell'assistenza per i danni derivanti da età sempre più avanzate (penso al dramma dell'Alzheimer)
Grandi ricette in giro non ne vedo e tutta la retorica sulla famiglia non inverte una tendenza evidente.

Carta d'imbarco sul... telefono

Il check-in con il qr codeNon mi stancherò mai di scrivere come essere sempre all'inseguimento delle nuove tecnologie e delle sue applicazioni sia un obbligo per evitare di essere imbranati e sorpassati.
La tecnica luddista dello spaccare le macchine per non accettare le innovazione tecnologiche può essere anche sostituita oggi, a differenza di quanto avvenne agli albori dell'industrializzazione, dall'indifferenza non violenta o dallo snobismo blasé di chi finge disinteresse verso la "rivoluzione digitale" nei suoi diversi aspetti.
Capisco che c'è chi pensa che chiunque manovri un palmare - come sto facendo io ora per scrivere - stia in fondo giocherellando con un gadget, cioè un accessorio simpatico e divertente ma in fondo inutile. Purtroppo per loro non è così e tocca stare sempre con le orecchie dritte per seguire le innovazioni.
Ci pensavo - ed è un esempio fra i mille che si potrebbero fare - a come stia cambiando il "check-in" (la registrazione) per salire su un volo aereo. Una volta era tutto cartaceo, poi è spuntato il biglietto elettronico, poi la possibilità (ormai un obbligo per compagnie come "Air France") di registrarti da solo con macchinette al posto di personale di terra, e ancora è diventato possibile registrarsi on line, scegliersi il posto a sedere e stamparsi la carta d'imbarco. Ormai puoi usare in aeroporto la schermata via sms sul telefonino! Fine della carta.
Certi esempi possono moltiplicarsi in diversi settori e fanno risparmiare tempo e denaro e un giorno verrà in cui chi non userà certi strumenti sarà forzatamente "tagliato fuori".
Come i medici che nicchiano sull'invio informatico dei certificati medici.

Un pareggio problematico

Il ministro Calderoli durante la presentazione del federalismo fiscale dei ComuniIl dado è tratto oppure no. Alla fine l'esito atteso è noto: quindici a quindici sul federalismo "comunale" nella apposita Commissione Bicamerale. Per cui il testo, così come era stato emendato, in caso di parità, viene di conseguenza respinto.
Ormai se il Consiglio dei Ministri dovesse approvare il testo, credo che si tratterebbe del decreto originario. Una normativa bruttina per le Autonomie speciali come la nostra, che deve avere, come pareva avvenisse anche grazie a voto positivo al decreto della Senatrice sudtirolese Helga Thaler, un distinguo a tutela, in modo cristallino, della competenza esclusiva sull'ordinamento degli Enti locali.
Ma, al di là del rispetto degli Statuti, resta la situazione paludosa della politica italiana. Far finta di niente, nella sanguinosa guerra in corso, rinvia le decisioni in una faticosa storia infinita che finisce per avere solo sconfitti e mettersi la pelle di salame sugli occhi è inutile.
E' saggio mantenere i nervi saldi, tenerci stretta la nostra Autonomia, pur con tutte le criticità e i problemi, aspettando gli eventi in quest'Italia dolente.

Quando il silenzio non è d'oro

Massimo Lattanzi ed Augusto RollandinHo partecipato, ieri sera a Châtillon, alle "consultazioni" per l'ingresso del PdL nell'"area" della maggioranza regionale.
Scrivo "area" perché dalle parole del Presidente dell'UV, Ego Perron, si evince che i pidiellini potrebbero accettare formule diverse, da un appoggio organico a un appoggio esterno, comunque sempre senza mai avere in cambio rappresentanza in Giunta.
Personalmente ho espresso, di fronte ai direttivi delle sezioni delle Comunità Montane "Monte Cervino" ed "Evançon", la mia contrarietà, specie in questa fase storica, ad un allargamento della maggioranza sia per rispetto verso i patti elettorali dell'area autonomista nelle elezioni regionali del 2008 sia perché ritengo che il dialogo necessario con Roma - che c'è sempre stato con qualunque Governo - non implichi automaticamente un "matrimonio" in ambito locale, specie pensando alle forte incertezze, su cui non mi dilungo qui ma in parte l'ho fatto nella riunione, del "berlusconismo".
Il Presidente Augusto Rollandin, nella premessa e nelle conclusioni, ha invece spiegato i vantaggi passati e futuri che deriverebbero alla Valle stando con il PdL, senza convincermi.
Colpisce semmai, ma l'ho già visto in certe fasi della vita unionista del passato, che i molti presenti siano stati in sostanza silenti (tranne due scontati interventi pro e una richiesta di chiarimenti su altro tema di un giovane), applaudendo tutti direi in eguale misura. In certi casi, tuttavia, se la politica fosse davvero partecipazione e non ci fosse chissà quale timore di "esporsi", il silenzio non è d'oro.

Pseudofederalismo

Ugo De SiervoParole come pietre tombali: chi segue questo mio sito sa quante volte abbia scritto certe considerazioni in questi anni a difesa di quel federalismo cui si sono abbeverate generazioni di autonomisti valdostani.
«Quello di cui si sta parlando non è federalismo, dire "federalismo municipale" è una bestemmia». Lo ha detto il Presidente della Corte Costituzionale Ugo De Siervo, parlando - con la sua solida e profonda competenza di costituzionalista - del federalismo municipale e altre simili amenità, così come si profilano in Italia, svilendo il "vero" federalismo.
«Si chiama autonomia finanziaria», ha proseguito De Siervo. «È improprio usare il termine federalismo per ciò che sta accadendo in Italia perché lo Stato federale è una cosa più grande, più seria, e più complicata dell'autonomismo degli Enti locali».
Chi è federalista legge e sottoscrive. Ha aggiunto, a maggior ragione, il Presidente della Consulta: «Quello che si può dire tranquillamente ma non riguarda il conflitto è che quello di cui si sta parlando non è federalismo, dire "federalismo municipale" è una bestemmia, è come dire che un pesce è un cavallo, sono due cose che non c'entrano insieme. Si chiama autonomia finanziaria, anche la lingua ha il suo valore. Il federalismo è un processo di unificazione progressiva di Stati che erano sovrani verso un unico Stato gestore. Che c'entra questo con l'autonomia finanziaria dei Comuni, decisa dal Parlamento nazionale? Quello che un pochino turba è che ogni abuso linguistico è indice di una scorretta rappresentazione della realtà».
Forse si può solo aggiungere che esiste un federalismo possibile per "disaggregazione" dello Stato nazionale, ma non è l'attuale pseudo-federalismo all'italiana, sbugiardato da un giurista di indubbio valore con un eminente ruolo istituzionale.

Non mi sento un mentecatto

"Sinistrorso" o "gauchiste" poco cambia.
In versione monolingue o bilingue mi trovo spesso nella situazione grottesca di dover spiegare che il mio "no" all'ingresso in maggioranza del PdL non ha niente a che fare con le collaborazioni che ho avuto con il centrosinistra (Sottosegretario con il Governo D'Alema bis e parlamentare europeo unionista eletto con l'apparentamento con i Democratici di Prodi) e che, comunque sia, non rinnego affatto.
Ricordo solo che il mio ingresso al Governo fu concordato anche con i colleghi sudtirolesi, come espressione più vasta del mondo delle Autonomie speciali e delle minoranze linguistiche, e che l'accordo con Prodi mi portò ad essere il primo dei non eletti per poi entrare al Parlamento europeo.

Caleidoscopio 8 febbraio

Stefania TagliaferriEccoci giunti alla ventiduesima puntata di "Caleidoscopio", il programma radiofonico del martedì su "Rai Vd'A", condotto da Christian Diémoz.
Si comincia con Kay Rush, che fu giovane inviata e conduttrice di programmi musicali degli anni ottanta, come "Discoring". Da tempo risiede buona parte dell'anno a Chamonix, ma - ormai legata al mondo della montagna - ama e frequenta la nostra Valle.
La giovane regista teatrale Stefania Tagliaferri del gruppo "Palinodie" ci parlerà di uno spettacolo e dei suoi pensieri su Internet.
Nella sua consueta rubrica, Michela Ceccarelli racconta le sensazioni derivanti dalla visita all'esposizione dello scultore di Gressan Dario Berlier, mentre "Un libro, un disco" di Diémoz recensisce il libro "Noire" di Daniele De Giorgis (delle "Edizioni End"), il primo libro sull'alluvione che sconvolse la Valle nel 2000.
L'appuntamento è attorno alle 12.35, sulle frequenze di "Radio1" in FM o AM e lo trovate anche sulla radio della televisione digitale terrestre e tra qualche mese sul "Dab", la radio digitale terrestre.

Il blocco della Paritetica

Trecento euroLa paralisi della "Commissione Paritetica Stato - Valle d'Aosta" è purtroppo una realtà a causa del finanziamento ridicolo per il 2011 (trecento euro...) che a Roma è stato stanziato per i tre membri di parte statale.
Uno sgarbo per una Commissione di rango costituzionale, di cui ho l'onore di essere membro regionale.
Peccato perché in poco più di un anno sono state approvate definitivamente ben cinque nome d'attuazione: nuovo ordinamento finanziario, Corte dei Conti, sanità penitenziaria, edilizia residenziale pubblica e trasporto ferroviario. Imminente dovrebbe essere anche la regionalizzazione dei compiti e delle funzioni dell'"Ispels - Istituto Superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro".
Il Consiglio dei Ministri, con ragioni speciose, aveva rinviato in Commissione la regionalizzazione dei veterinari di confine e l'importante norma sugli Archivi storici.
All'attenzione della Commissione ci sono ora l'"Ordinamento linguistico", necessario anche per dare dignità piena al francoprovenzale e ci sono norme in studio su Università, Protezione civile e Parco del Gran Paradiso.
Ma la mancanza di fondi ha incredibilmente bloccato tutto.

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