January 2010

Una Fondazione per "Dudo"

Giulio Dolchi, nel 1949, durante il quarto anniversario della LiberazioneSono lieto che sia nata una Fondazione per ricordare Giulio Dolchi. E' raro, infatti, che si ricordino i politici valdostani più contemporanei, talvolta dolorosamente piombati nell'oblio forse perché il loro esempio farebbe ombra a esponenti di oggi di una politica superficiale e arraffona.
Giulio Dolchi, di cui mio padre mi ricordava una lunga discussione sul "da farsi" dopo l'8 settembre, era discendente di un'antica famiglia valdostana e questo suo tratto un po' elitario gli era valso le pesanti ironie (del genere, per capirci, "gauche caviar" alla francese) di alcuni cretini del suo schieramento in servizio effettivo e permanente di un veterocomunismo sempre perdente e che ha inzuppato il biscotto rancido nei veleni e nelle cattiverie.
Dolchi, invece, era attivo, in piena guerra fredda, su diversi ponti est-ovest e nell'ambiente francofono dove si trovava a suo agio con il suo francese forbito. Era conosciuto e apprezzato fuori Valle e anche questo strideva con una concezione chiusa e autoreferenziale di molti che, oltre Quincinetto, sono dei "signor Nessuno".
Il suo era un antifascismo ragionevole e non settario, quando molti del vecchio Pci miravano a prendersi il merito intero della Resistenza.
"Dudo" - questo era il suo nomignolo - mi onorava della sua amicizia e i suoi occhi chiari, imbevuti d'ironia, erano il guizzo giusto quand'era il momento di affrontare argomenti seri o meno seri.
Nel 1992 fece parte, con Augusto Fosson, della coppia che sfidò - nella certezza di vincere - Cesare Dujany ed il sottoscritto: per loro la sconfitta fu crudele, ma il suo augurio per il successo inaspettato risultò sincero.

Radio France

Una regia mobile di Radio FranceRadio France - chi ha voglia può sbizzarrirsi su Internet o trovare i link gratuiti contenuti nel programma scaricabile su iPhone - ha una serie di canali radio di grande varietà , segno di una programmazione del servizio pubblico attenta alle diverse esigenze degli ascoltatori.
Interessante e da ricopiare, se mai ci fosse la volontà, è l'insieme di radio regionali sotto il label "France Bleu". Ricordo che "RaiVdA" ha una collaborazione con "Radio Bleu Savoie".
La regionalizzazione di un canale radio, specie con l'imminente affiancamento della radio digitale (Dab - Digital audio broadcasting) alla vecchia fm, potrebbe essere una carta da giocare e l'esempio francese mostra come un bouquet radiofonico può essere ricco di stimoli e la radio può non essere la sorellastra della televisione...

Un giorno verrà

Anna Bioley durante un Congrès fédéral dell'UvRenato Cumarini, Anna Bioley: persone molto diverse fra di loro sono state uccise dalla stessa malattia, il cancro, quello che un tempo, pudicamente, veniva chiamato un "brutto male".
Un giorno la scienza ne rivelerà i meccanismi esatti e forse il tumore avrà un vaccino, che lo tolga di mezzo come è avvenuto con malattie quali la tubercolosi. Il di-svelamento consentirà di capire fino in fondo il perché la nostra Valle abbia un'incidenza percentuale così alta.
Intanto, ho sempre pensato che l'apertura della cobaltoterapia ad Aosta ha due significati: il primo è alleviare il peso dei pesanti viaggi verso Ivrea dei malati, il secondo - più simbolico - è che la comunità accetta di pagare un prezzo economico pesante per essere vicina ai "suoi" malati.
Anna è stata coraggiosissima nello stremante decorso della sua lunga malattia. Con lei abbiamo lavorato su cose interessanti, specie nel filone europeista che le piaceva, ogni tanto con qualche scintilla per quel suo lato precisino da "professoressa" che mi spingeva a qualche sfottò.
Anna, per qualunque impegno, anche quello politico che riteneva essere suo dovere civico ma soprattutto nell'afflato verso i suoi studenti, si spendeva con generosità e il suo sorriso resterà nella memoria.

L'Arbre

Un momento dell'Arbre de Noël di quest'annoDell'Arbre de Noël de Paris, al quale sono andato con una sola interruzione dal 1987, quest'anno vorrei tenere due cose.
La prima è l'iniziativa, pochi giorni prima della festa, di avere - con un ruolo di scrittura di Didier Bourg, giovane secrétaire du "Cofesev" (la federazione delle associazioni) - un sito chiamato uvparis.org, che crea una nuova immagine, più moderna dell'émigration. Se dimostreranno continuità nel tenerlo vivo, il sito sarà un punto di riferimento.
La seconda è la commedia recitata, in patois e francese, dalla compagnia di Hône - applaudita a lungo in scena - che ha raccontato una storia di emigrazione bella e sincera, che si deve a Roger Vuillermin. Importante in particolare - in una sorta di balletto molto commovente di alcuni ragazzini - il ricordo di quanto fosse terribile e inumano lo sfruttamento dei piccoli ramoneurs, gli spazzacamini provenienti dai nostri paesi. 

Caleidoscopio 26 gennaio

Lo studio radiofonico di RaiVdAEccoci all'annuncio del solito "Caleidoscopio", la trasmissione radio di "RaiVdA", in onda anche questo martedì su "Radio1" alle 12.35.
Con Joseph Rivolin ripercorriamo la storia e le trasformazioni della Fiera di Sant'Orso, cui è dedicata l'apertura.
Ricordiamo poi il cammino professionale - legato da anni alla Grivel - di Gioachino Gobbi, votato via web dai frequentatori del sito ImpresaVdA.
Anche Caleidoscopio ricorda il "Giorno della Memoria", raccontando della località francese di Izeu, dove la ferocia del nazista Klaus Barbie si accanì contro i bambini ebrei e oggi luogo di memoria per eccellenza.
Christian Diémoz proporrà, con la solita capacità, un libro e un disco. Buon ascolto a tutti!

Fromages

Formaggi con un'adeguata mostardaStoria fantastica di stupidità umana. Torno da Parigi e, come bagaglio a mano, ho con me due scatole in legno piene di formaggi.
Al controllo passeggeri, faccio passare i prelibati ed odorosi cibi sul nastro e mi annunciano - con mio vivo stupore - che devo caricarle come bagaglio sottobordo, tornando a spedirle al check-in.
Osservo che è la prima volta che ciò avviene e che le scatole nel passato le ho sempre portate come bagaglio a mano senza problemi, se non lo sguardo del vicino di posto in aereo che talvolta pensava che fossero i miei piedi non capendo, invece, che sotto il sedile davanti avevo messo i formaggi e che erano loro a... profumare.
Già ma - replica la capa dei controlli - i formaggi comprati all'aeroporto sono "sécurisés" ("fromage detector"?), mentre io li ho presi al centro di Parigi, al "Lafayette"!  
Poi la tizia guarda dentro le scatole, spiegando che i più pericolosi sono quelli "a pasta molle", magari ci sono dei gas mefitici, degni di Bin Laden. Taccio per un'antica francofilia.
Povera Francia, un tempo patria dei formaggi!

Arriva "Sant'Orso"

La "Fiera di Sant'Orso", che scoccherà sabato puntuale questa volta in un fine settimana di certo da assalto all'arma bianca, è una festa contemporanea e - nel mio caso e penso per molti altri - ripetitiva nelle sue certezze, visto che vado a vederla sin da bambino.
Di recente si è aggiunta la mega Veillà che ha animato la notte un tempo buia per la grande maggioranza dei visitatori, eccettuati i pochi che già godevano delle cantine di via Sant'Anselmo.

Proroga "decreto Pisanu"

Una delle parabole, in Svizzera, che collegano l'Europa ad InternetUn giorno verrà - e tecnologicamente potrebbe già avvenire - che grandi autostrade elettroniche in fibre ottiche forniranno poderose masse di dati a reti radio locali che diffonderanno il segnale a beneficio dei cittadini e dei loro computer piccoli o grandi che saranno (aspetto con curiosità il "Tablet" della Apple).
Attendendo l'evoluzione che verrà, il Consiglio Valle sarà chiamato, più modestamente, a discutere della questione del "decreto Pisanu" che, dal 2005 ad oggi e con proroga sino alla fine dell'anno, ha scompaginato un ricco programma di "Internet point" gratuiti a beneficio di valdostani e turisti. E la difficoltà pesa anche sulla diffusione delle reti WiFi, che sono ormai la soluzione di quello che, in gergo telefonico, si chiama l'"ultimo miglio".
Per capirci: se è giusto trovare meccanismi di controllo degli accessi, anche se l'arresto recente dei "nuovi" brigatisti rossi dimostra che con l'informatica chi vuol "fare il furbo" ci sguazza con facilità, l'attuale normativa italiana - con la sua complicazione, inesistente negli altri Paesi occidentali - penalizza l'accesso alla Rete. Per questo persone di varia estrazione e credo politico speravano in nuove regole più semplici e razionali, che per ora non sono venute.

Fantasia a tavola

Uno dei menu in un bistrot pariginoChiunque abbia un pochettino girato il mondo non poteva non stupirsi in passato del fatto che in Italia - e in Valle - non si potesse mangiare un pasto vero e proprio nei bar.
In Valle ho spinto a suo tempo per una ragionevole equiparazione ristorante-bar, a condizione di avere una cucina e di rispettare alcuni parametri igienico-sanitari.
Devo dire, a distanza di tempo, che la "liberalizzazione" è rimasta a mezza a strada, perché molti bar sono - a differenza dei bistrot francesi - rimasti a proposte minimali e poco fantasiose, spesso precotte, forse vittime, specie ad Aosta, della routine dei "buoni pasto" dei dipendenti regionali.
Le lodevoli eccezioni sono quelle che lavorano di fantasia, magari con una cucina del territorio che sappia strizzare, però, l'occhiolino a quei turisti che cercano un pizzico di italianità a tavola.

La forza del ricordo

Durante la visita nel 2008, insieme a CeriseVisitai per la prima volta Auschwitz, differentemente dalle volte successive, per un flash improvviso e vorrei ricordarlo oggi "Giornata della Memoria" con una leggina che votai convintamente alla Camera, anche se mi preoccupa l'eccessivo moltiplicarsi delle date rievocative nella logica italiana di un "colpo al cerchio e un colpo alla botte".
Ero a Cracovia per il Parlamento europeo e cambiai il mio programma per visitare il campo di sterminio dove mio padre - con altri militari valdostani deportati - aveva passato alcuni mesi fra la fine del 1943 e il 1944 per poi essere destinato ad altri campi.
Era d'inverno, con pochi visitatori, in un clima spettrale che rifletteva tutto quello che avevo letto dell'orrore dell'Olocausto, compresi i ricordi tremendi, che mio padre, appena ventenne, aveva vissuto in quei luoghi e che erano emersi con lentezza e pudore mentre mio fratello ed io crescevamo.
Un certo "male di vivere" che mio padre aveva, sotto al scorza brillante e scherzosa, credo che dipendesse da quel vissuto.
Ho portato anche i miei figli, dopo le opportune spiegazioni, a visitare Auschwitz e Birkenau e mi auguro che un giorno, nel ricordo del loro bisnonno, ci andranno anche i miei nipoti, perché la Storia è passata di lì.

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