November 2009

Caleidoscopio 1° dicembre

mixer_rai_02.jpgVi segnalo anche questa volta, come sempre, i contenuti di "Caleidoscopio", in onda martedì su "Radio1" alle 12.35 negli spazi della programmazione di "RaiVdA".
Nella prima puntata di dicembre, ci dedicheremo alla neve e allo sci.
Cominciando la carrellata da oggetti e ricordi di un noto albergatore di Courmayeur, Leo Garin. Il mercato della neve ha caratteristiche anche di indotto industriale e ascolteremo su questo il Presidente dei giovani industriali valdostani Oliviero Gobbi.
Infine, a chiudere la serie delle interviste, un campione di fondo come Marco Albarello, che ci parlerà dei giovani e dell'agonismo.
Alla fine, come sempre, della ventina di minuti, fatti di parole e musica, ci sarà la rubrica di Christian Diémoz.
Spero potrete essere all'ascolto.

 

Parlar di burocrazia...

Il tavolo del congrès UVRenato Brunetta, che è un conoscente di lunga data, per cui posso dire che ama il ruolo di provocatore.
Io vedo due elementi cardine: una buona legislazione (e una vasta delegificazione) per sgonfiare le gomme ai burocrati "complicatori"; un uso intelligente delle "nuove tecnologie" che possono evitare mille passaggi.
Resta poi da ricordare che burocrazia e democrazia hanno in comune una parolina greca "Kratos", potere. Gira che ti rigira questo è il cuore del problema: la democrazia evita che i cittadini siano sudditi che obbediscono ciecamente.
E' bene rifletterci.

Copenaghen

Copenaghen, nel summit sul clima dei prossimi giorni, diventerà la capitale mondiale dell'indecisione.
Lo scenario del problema per noi è chiaro e visibile: i nostri ghiacciai stanno arretrando e, per quanto queste "creature" di ghiaccio abbiano una capacità d'adattamento (da bianchi diventano neri perché il ghiaccio finisce sotto i detriti), se va avanti così scompariranno in poche decine di anni. Prima ciò colpirà i ghiacciai più piccoli e poi i più grandi, prima scioglieranno quelli a quota più bassa e poi quelli a quota più alta.

La giustizia

Agenti davanti al Tribunale di AostaDomani ad Aosta si apre l'ultimo dei processi in cui sono parte lesa. Si tratta di quello dedicato - lo scrivo con tristezza e indignazione - alla pubblicazione su alcuni blog di un testo delirante e più che offensivo contro di me e i miei familiari, inventandosi "vizietti", cattiverie ed oscenità da voltastomaco.
Altri due processi, su cui si sono espressi in appello i giudici torinesi, hanno appurato in un caso la pubblicazione su "Il Corsivo" di una notizia falsa di un'inchiesta inventata su di me e nell'altro caso l'invio sistematico alla Procura di Aosta di numerosi esposti anonimi o con firme false che mi accusavano di reati inesistenti.
Vi assicuro che essere oggetto di questa campagna diffamatoria è stato sgradevole e pesante da sopportare. Ho sempre ritenuto l'onestà personale una precondizione per fare politica e un caposaldo dell'attività politica in cui sono impegnato da oltre vent'anni. Chi cercava d'infangarmi lo faceva dunque con il gusto e la gioia di farmi del male: ancora oggi ne sono stupefatto.

Il referendum svizzero

Un esempio di minaretoChissà che cosa ne penseranno i referendari locali che, "a uso ospedale", hanno esaltato i libertari referendum svizzeri.
Con grande partecipazione e ribaltando i sondaggi, è infatti passata oggi la proposta che vieterà in Svizzera la realizzazione, accanto alle moschee, dei minareti. Il minareto è quella torre che somiglia al nostro campanile e da dove il muezzin chiama i fedeli per la preghiera. Ovvio, comunque, che ciò non lede la tradizionale libertà religiosa in un Paese che storicamente ha trovato un antico equilibrio fra cattolici e protestanti.
Il segnale, inaspettato, venendo da un popolo che ha dato a molti musulmani la cittadinanza e l'accoglienza (e accoglie anche molti capitali di provenienza dei Paesi islamici nelle proprie banche), deve fare riflettere e il confronto si potrà in parte incrociare con i commenti alla celebre sentenza della Corte dei diritti dell'uomo sul crocefisso.

Era il 1979...

Conduttori dei Tgr di tutt'ItaliaMi intenerisce vedere, in questi giorni, nel telegiornale della Valle d'Aosta, i servizi di tanti anni fa, del "giurassico televisivo", quando un gruppo di giornalisti - io ero fra loro - si avventurò nella televisione pubblica.
Era esattamente il 15 dicembre del 1979: quel giorno esatto ero ancora impegnato nella "concorrenza" ad "RTA - Radio Tele Aosta". Guardammo con scetticismo quel telegiornale pubblico, forti della nostra "audience" e di una qualità che ci pareva superiore.
Pochi giorni dopo il patron di "RTA", Giuliano Follioley, mi fece licenziare: ero un ventenne un po' troppo libero e avevo pestato qualche callo...
Ed ecco che, come collaboratore, già a fine dicembre mi trovai alla "Rai" - due mesi dopo venni assunto grazie ai buoni uffici del caporedattore, Mario Pogliotti - per pedalare con l'ex concorrenza. Anni fantastici, credendo nel ruolo e nella "missione" del servizio pubblico.
Tanti anni dopo, fra nostalgia, ricordi e voglia di fare, s'insinua la speranza che prima o poi una "vera" televisione regionale del servizio pubblico, con un palinsesto che non sia una piccola finestra sul nazionale, possa nascere.

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